Ugo Foscolo, uno dei capisaldi della letteratura nostrana, è stato poeta e scrittore neoclassicista.

 

L’arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentare con novità.

 

Foscolo nasce a Zante, isola greca posseduta dalla Repubblica di Venezia, nel 1778, primogenito di quattro figli. Dopo essersi trasferito con la famiglia a Spalato, intraprese gli studi presso il Seminario arcivescovile della città, fino a quando la morte del padre non costrinse loro a tornare a Zante, dove prosegue la scuola.

 

Breve è la vita, e lunga è l’arte.

 

Raggiunta la madre a Venezia qualche tempo dopo, coltiva ben presto la sua passione letteraria, approcciandosi ai classici, ma anche agli autori del settecento, frequentando i salotti culturali più in vista e iniziando a comporre i suoi primi versi. Comincia anche a comporre le prime opere teatrali come la tragedia “Tieste”.

Il costante contatto con questo ambiente però lo rende insofferente a causa delle convenzioni sociali tutte incentrate all’esteriorità, pertanto decide di trasferirsi a Padova; in questo periodo pubblica alcuni articoli sul “Mercurio d’Italia” causa, secondo alcuni, del suo spostamento sui colli Euganei per via delle pressioni politiche del governo veneziano.

Durante il servizio volontario tra i Cacciatori a cavallo della Repubblica Cispadana, scrisse l’ode “A Bonaparte liberatore”, ma il trattato di Campoformio, con il quale Bonaparte cedeva Venezia all’Austria, getta Foscolo nella disillusione, portandolo all’esilio prima a Firenze, poi a Milano e, infine, a Bologna. Alle vicende politiche si aggiunge l’amore non ricambiato per Teresa Pikler Monti.

 

Si può bensì anche in mezzo alle ingiustizie sentirsi giusto, forte e libero; e la dignità dell’uomo si vendica più nel sopportare nobilmente, che nel lamentarsi e gridare invano.

 

È a Bologna che inizia a comporre il romanzo epistolare “Ultime lettere di Jacopo Ortis”. Si arruola nella Guardia Nazionale della Repubblica Cisalpina e combatte con le truppe francesi, fino a quando, durante una battaglia, non rimane ferito ad una gamba e arrestato dagli austriaci; viene liberato poco dopo. Continua anche la sua produzione letteraria: scrive nel 1799 il “Discorso su la Italia”, nel 1802 l’ode “A Luigia Pallavicini caduta da cavallo” e, nel 1803, pubblica i suoi sonetti, dove figurano i suoi più famosi come “Alla sera”, “A Zacinto” e “In morte del fratello Giovanni”. Il famoso “Dei sepolcri” venne invece scritto tra il 1806 e il 1807.

 

La noia proviene o da debolissima coscienza dell’esistenza nostra, per cui non ci sentiamo capaci di agire o da coscienza eccessiva, per cui vediamo di non poter agire quanto vorremmo.

 

Dopo la sconfitta di Napoleone Bonaparte a Lipsia, Foscolo torna a Milano dove tenta di organizzare un esercito per combattere in nome della città, ma l’arrivo degli austriaci mette fine all’ideale di un’Italia indipendente. Nonostante fosse sul punto di accettare di collaborare con il nuovo governo, dirigendo la futura rivista letteraria “Biblioteca italiana”, sceglie l’esilio definitivo, dapprima in Svizzera, poi in Inghilterra.

 

Le sublimi anime passeggiano sopra le teste della moltitudine che oltraggiata dalla loro grandezza tenta di incatenarle o deriderle, e chiama pazzie le azioni ch’ella immersa nel fango non può ammirare e conoscere.

 

Qui frequenta gli intellettuali inglesi grazie al circolo di Holland House e vive un periodo felice, dedicandosi all’attività giornalistica ed editoriale, fino a quando, per via di alcune speculazioni finanziarie errate, non si trova a dover affrontare problemi economici che lo portano addirittura all’incarcerazione.

 

Quell’istinto ispirato dall’alto che costituisce il genio non vive che nella indipendenza e nella solitudine.

 

Costretto a vivere nei quartieri più poveri e in misere condizioni, contrae una malattia respiratoria. Negli ultimi anni di vita si dedica all’insegnamento, ottenendo l’incarico come insegnante di italiano in un istituto femminile. Le condizioni di salute si aggravano ulteriormente, portandolo alla morte nel 1827.

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