Mane è una raccolta poetica della scrittrice esordiente Elena Mantovani.

Come ci dice lei stessa nell’introduzione, il testo racchiude in sé due sezioni distinte: da una parte abbiamo le poesie dedicate all’amore e alle sfaccettature variegate che esso porta con sé; dall’altra, invece, i versi si susseguono percorrendo le vie della vita, quella di Elena, la quale descrive e conserva in modo nitido e diretto impressioni ed emozioni suscitate da ciò che la circonda.

Vorrei solcare un infinito mare di

parole,

ove queste mi tengano a galla

con la loro leggerezza,

ove queste mi accarezzino

con la loro forma,

dove giammai mi si tolga il dono

del pensiero libero.

 

Ed ecco che una delle prime poesie ci avvolge subito in questo vortice di parole, una voce che si alza sopra il silenzio e decide di sopravvivere, di esprimersi, di raccontare.

Il dono del pensiero libero, così viene invocata la gioia di poter scrivere l’amore, il dolore, i ricordi, gli eventi, le persone, la vita.

 

Paride, d’altronde

vorrei tu capissi d’essere.

Nient’altro

che un giovane amabile

che, ribaltando antico mito,

io Elena scelsi.

E giammai guerra più grande

combattei con me stessa per aver

 

tue mani,

semplici mani,

tra le mie.

 

L’antico mito dell’amore più famoso di tutti, quello che suscitò guerra e odio, l’amore di Elena ottenuto da quel principe di nome Paride, decretato dall’alto e donato quale premio.

Un amore rifulgente di gioventù e bellezza, un mito ribaltato in cambio di una carezza.

Non si pretendono né bramano città, potere o ricchezza, ma solo delle mani da poter stringere a sé.

 

Esistono fili

immaginari che

tengono unite

le persone

lontane. 

Questi sono fatti

dal pensiero,

la forza più veloce

e costante,

che l’uomo abbia.

 

E talvolta il destino ci costringe a cambiare direzione, ad allontanarsi per un po’, a non incrociare più gli sguardi né le dita né gli abbracci.

E’ un amore che cambia, che non rimane mai uguale a se stesso, tutto scorre…

 

[…] la vita è come un’onda marina:

nasce dal ventre oscuro e profondo

della terra,

piano piano si rafforza,

cresce,

arriva al suo punto di massimo

e poi…

Poi s’affievolisce […]

 

Ed è la vita così come ci appare: intensa, potente, travolgente.

Poesie del cuore e poesie della vita si alternano ad omaggi ai grandi poeti del passato: Pascoli, D’Annunzio, Montale, Dante…

Tutto risuona tra antico e contemporaneo, uno sguardo al passato prima di catapultarsi nel reale.

Una riflessione generale, un’esistenza da interpretare, un ruolo da sostenere, un insieme di sfide da vincere, troppe domande e risposte inesistenti.

Una questione su tutte: qual è il vero senso?

E, prima di tutto, esiste?

E’ pensare che ci annienta.

Ma più nulla conta se si osserva ciò che ci sovrasta: così tanti pensieri in un essere così infinitesimale…

Elena ricerca le sue risposte nella poesia, anche se poi, alla fine, come possiamo tenere stretti certi momenti senza che essi si perdano nei meandri del tempo, spargendo dietro di sé una scia di ricordi sbiaditi e consunti?

 

Che certe emozioni a descriverle perdono vigore.

Bisogna tacerle

conservarle gelosamente

e ricordarle nelle notti solitarie e scure

cosicché riprendano valore.

INTERVISTA ALL’AUTRICE

1 – E’ la tua prima pubblicazione?

Mane è la mia prima pubblicazione, tuttavia la passione per la scrittura nasce sin da quando ero molto piccola, all’età di 8 anni ho partecipato ad un concorso per un quotidiano nazionale scrivendo un racconto sulle vetrate del Duomo di Milano.

2 – Com’è nata l’ispirazione per questo libro?

Crescendo ho coltivato la passione per la letteratura e per la scrittura accanto alla mia passione per le scienze. Negli ultimi anni ho voluto cimentarmi nel dare sfogo ai miei sentimenti e alle mie impressioni attraverso la poesia. Scrivere è sempre stato un momento di libertà per me. Man mano che le emozioni giungevano scrivevo, e tra una poesia e l’altra mi sono detta perché non farne una raccolta? E così è nato Mane, e deve ancora crescere…

3 – Fra tutte le poesie della raccolta, qual è la tua preferita?

Si può chiedere ad un genitore se tra suoi figli ne ha uno a cui vuole bene più che agli altri? Le poesie che ho scritto sono tutte molto diverse, non solo per i temi ma anche per la metodologia creativa, alcune le ho scritte di getto altre sono state pensate. Richiamano tutte momenti diversi della mia vita. Ma se proprio vogliamo fare lo sforzo di scegliere la poesia preferita, diciamo allora che scelgo TRST (Trieste) che mi ricorda uno dei momenti più belli e anche interessanti della mia vita.

4 – Perché proprio la poesia? Secondo te, cosa può darci rispetto alle altre forme di scrittura?

Domanda interessante, credo che più che aver scelto la poesia sia stata la poesia a scegliere me. Sono una persona piuttosto incostante, portare avanti un romanzo credo richieda un impegno artistico molto notevole e spesso dopo che si scrivono pagine e pagine non si sappia bene come proseguire. Le poesie sono immediate, sì certo, le si può abbozzare e poi fare un lavoro di labor limae. Inoltre la loro immediatezza mi dà la possibilità di cristallizzare un momento, un’emozione, un pensiero. Con la poesia si può giocare, spesso mi diverto ad essere criptica perché non voglio essere capita: voglio che il lettore dia una sua interpretazione al testo che ha davanti. Alle superiori spesso facevo ore e ore di analisi del testo: credo che non ci sia modo peggiore per far morire una poesia e il suo autore. Le poesie non vanno capite, vanno amate ed interpretate. Cosa può dare rispetto alle altre forme di scrittura la poesia, in un certo senso credo che la poesia possa darci qualcosa di immediato, ma allo stesso tempo continuativo, che un romanzo non può dare. Le poesie sono come le canzoni, quando le ascolti e ti piacciono sei felice, poi anche non ascoltandole per mesi improvvisamente accade di ripensare ad esse e dire “eh già è proprio così” oppure “chissà cosa voleva dire…”

5 – Nella raccolta emergono due temi principali, che rispecchiano anche la struttura bipartita del testo: questi sono l’amore e, in generale, la vita. Come mai questi due temi?

In verità il testo è bipartito perché sono poesie scritte in due anni diversi, le tematiche non c’entrano in quanto sia nella prima che nella seconda parte sono presenti sia poesie sull’amore che su altre tematiche. La tematica amorosa nasce dal fatto che io sono sempre stata una persona molto innamorata, che si tratti come per le poesie di Mane di una persona, o di altre cose, in generale io non riuscirei mai a vivere senza l’amore, che è uno dei sentimenti che sono nel mio DNA. Per quanto riguarda la tematica generale della vita devo ammettere che è un tema che ho scelto come vera valvola di sfogo e che sono riuscita ad imparare a controllare grazie anche alla mia esperienza alla facoltà di fisica all’Università degli studi di Milano che mi ha molto colpito lasciandomi grandi interrogativi.

6 – Esiste un filo logico-temporale che lega le poesie o non per forza si succedono come stadi di un percorso unidirezionale?

Non esiste un vero e proprio filo logico che lega le poesie, tuttavia invito i lettori a fare attenzione ai titoli delle due sezioni, le poesie sono messe in modo tale che vi sia una sorta di correlazione tra la parte prima e la seconda come ad esempio le poesie Emozione e Dedizione.

7 – Hai voluto trasmettere un messaggio particolare con queste poesie?

Non in particolare, mi piaceva però l’idea di trasmettere dei miei pensieri.

8 – Progetti futuri?

Sicuramente farò una nuova edizione di Mane a cui voglio aggiungere una terza parte con poesie nuove sempre di vario genere e d’amore; inoltre, colpita dalla bellezza delle piante, bellezza che proviene dal corso di botanica che ho seguito per i miei studi universitari, ho in mente di fare una raccolta di poesie dedicata al mondo vegetale che voglio relazionare con il nostro, nel bene e nel male…

9 – Hai qualche riflessione da aggiungere?

Il poeta, parlando di sé si fa portavoce dell’umanità tutta.

IL PROFILO DELL’AUTRICE

Elena Mantovani, 22 anni, studia Farmacia a Milano, luogo natio, ma attualmente abita a Monza. Diplomata al liceo classico nel 2014, nello stesso anno mette in cantiere Mane. Coltiva molte passioni nella sua vita, tutte accomunate da un minimo comun denominatore: la bellezza. Inizia a scrivere sin da quando era piccola, crescendo ha affinato la tecnica così ora, nel tempo libero, solitamente durante la notte, si dedica alla sua amata poesia.

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