[recensione di Margherita Montagna]

La protagonista Nerina, una rossa formichina che vive ai piedi di un elegante iris dalle splendide tonalità azzurre, lascia “una foresta chiamata Boscolandia, un luogo pieno di ogni varietà di fiori,” il cui piccolo mondo sottostante è popolato da tantissimi insetti che costituiscono una comunità armoniosa, vivendo insieme al riparo della insidie degli uomini. La formica tuttavia, non soddisfatta della sua vita, decide di lasciare quel luogo meraviglioso per andare alla ricerca del vero senso dell’esistenza. Si vede costretta a lasciare Boscolandia alle prime luci dell’alba, all’insaputa dei suoi abitanti che certamente non avrebbero capito la sua scelta di abbandonare un posto così speciale e rassicurante alla ricerca di qualcosa di sconosciuto e misterioso.

All’inizio, per la formichina non è semplice ambientarsi al di fuori della sua “campana di vetro” e le difficoltà non mancano, si scontra con l’indifferenza e l’egoismo ma, alla fine, incontra Luigina, una luminosa lucciolina che la ospita dentro un candido gelsomino.

Con lei stringe una sincera amicizia, incontrando poi molti altri nuovi amici; trascorrono i mesi e gli anni tra svariate avventure, senza però mai ritrovare la vera felicità e, infine, Nerina torna alle porte di Boscolandia, dove viene accolta con gioia dai suoi amici, che nel frattempo sono invecchiati, ma che non l’hanno certamente dimenticata.

 

Non c’è posto più magico della propria terra e delle proprie radici. Finalmente aveva trovato il vero senso della vita, rappresentato dal perdersi in luoghi nuovi per ritrovare se stessi nei luoghi di sempre.

 

La favola di Nerina, scritta per i bambini ma da leggere anche da adulti, mette al centro la ricerca della felicità che la piccola formica, pur vivendo in un luogo meraviglioso al riparo dai pericoli umani, non riesce a trovare. Tutti a Boscolandia hanno un proprio ruolo, mentre lei è ancora alla ricerca della sua vera dimensione e, per questo, decide di vedere il resto del mondo anche se comporta difficoltà e insidie.

Ecco che Nerina può quasi rappresentare una giovane donna alla ricerca del suo posto nel mondo; pur vivendo in un ambiente che non le è affatto ostile e che lei conosce e ama, desidera andare a vedere se c’è dell’altro, se al di fuori della sua “bolla” rassicurante riesce a trovare quello che cerca, infatti dopo parecchie difficoltà conosce creature che le dimostrano amicizia e solidarietà, negli anni fa molte e diverse esperienze che la arricchiscono e la completano, per poi ritrovarsi al punto di partenza, Boscolandia, dove ad aspettarla ci sono gli amici di sempre, che la riaccolgono con la gioia e l’entusiasmo di sempre.

Boscolandia incarna la famiglia, il nido, la sicurezza, la tranquillità, il riparo sicuro dalle insidie del mondo, mentre Nerina rappresenta il desiderio di trovare la propria strada da sola, tanto è vero che parte all’alba all’insaputa degli amici alla ricerca di una vita diversa e forse più stimolante di quella comoda e già tracciata che Boscolandia le prospetta.

Nerina, insoddisfatta e irrequieta, desidera provare il brivido dell’ignoto lasciando la rassicurante Boscolandia alla ricerca di nuove emozioni, ma, dopo anni trascorsi inseguendo la felicità senza mai trovarla, arriva di nuovo al punto di partenza e capisce che tutto quello che cerca è proprio sotto i suoi occhi, anche se prima non se ne era mai accorta.

La vera bellezza è custodita nelle piccole cose senza chiedere l’impossibile, perché, all’occorrenza, sono proprio le piccole cose che si trasformano in realtà eccezionali, lasciandoci con il naso all’insù e senza fiato. Proprio come fa Nerina mentre si ritrovare ad osservare ancora una volta la sua Boscolandia, rapita dall’eco meraviglioso delle voci dei suoi amici.

 

Un vero viaggio non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi. (Marcel Proust)

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