Suad Amiry è una scrittrice e architetto palestinese.

Nata a Damasco nel 1951 da famiglia originaria di Giaffa, costretta a scappare successivamente in Giordania.

 

La cosa bella dello spirito umano è di riuscire ad andare avanti nonostante le situazioni molto difficili.

 

Suad Amiry, dopo aver studiato all’American University di Beirut, laureatasi alla Michigan University e specializzatasi a Edimburgo, ha vissuto in molti luoghi, Siria, Giordania, Libano, Egitto, Stati Uniti e Scozia, fino a quando nel 1981 è tornata a vivere in Palestina, a Ramallah.

Qui ha iniziato a insegnare all’università di Bir Zeit e ha successivamente fondato il Riwaq Centre for Architectural Conservation.

Ha anche partecipato attivamente alle delegazioni palestinesi per la pace in Medio Oriente.

La sua carriera di scrittrice nasce con la raccolta dei suoi diari scritti durante l’assedio di Ramallah da parte di Israele nel 2001.

 

Scrivere è per me una terapia, anche se è molto difficile raccontare a parole quello che uno ha vissuto. Ho iniziato a scrivere per la prima volta nel 2003 quando gli israeliani hanno occupato la mia città, Ramallah, costringendoci a un coprifuoco durato 44 giorni. Scrivevo storie e racconti per distrarmi, per andare avanti, per non disperarmi, per trovare un senso.

 

Il suo libro “Sharon e mia suocera” ha conosciuto il successo internazionale e le ha fatto vincere il premio Viareggio-Versilia nel 2004.

 

Ogni mio sogno è su di te

E ogni mio incubo ha origine in te

La mia felicità ha a che fare con te

E la mia tristezza è provocata da te

Ogni mia aspettativa riguarda te

E accanto a te le mie delusioni si accumulano.

 

Ha pubblicato inoltre “Niente sesso in città” e “Damasco”.

Ha curato il numero di “Internazionale Storie. Racconti, foto e fumetti dalla Palestina”.

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