Umberto Eco è stato un grande scrittore italiano, oltre che semiologo, filosofo e accademico, nonché fondatore del primo corso del DAMS all’università di Bologna.

 

Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro.

 

Umberto Eco nasce ad Alessandria nel 1932. La passione per gli studi classici lo accompagna fin dalla gioventù: studia infatti al liceo classico Giovanni Plana di Alessandria e si laurea poi alla facoltà di Filosofia all’università di Torino.

 

Capire i linguaggi umani, imperfetti e capaci nello stesso tempo di realizzare quella suprema imperfezione che chiamiamo poesia, rappresenta l’unica conclusione di ogni ricerca della perfezione.

 

Inizia ben presto a collaborare con la Rai dopo aver vinto un concorso che mirava ad assumere telecronisti e funzionari. L’intento era proprio quello di svecchiare i programmi, ed è quello che riuscirono a fare Eco e colleghi, dando una nuova spinta all’ambiente culturale televisivo.

 

Per me l’uomo colto è colui che sa dove andare a cercare l’informazione nell’unico momento della sua vita in cui gli serve.

 

Dal 1959 al 1975 lavora come condirettore della casa editrice Bompiani. Numerosi sono i saggi che pubblica, in particolare in questo periodo produce Opera aperta, ciò che darà le basi teoriche al movimento d’avanguardia Gruppo 63.

 

Le opere letterarie ci invitano alla libertà dell’interpretazione, perché ci propongono un discorso dai molti piani di lettura e ci pongono di fronte alle ambiguità e del linguaggio e della vita.

 

Intraprende anche la carriera universitaria, insegnando in diverse università italiane (a Milano, Firenze, Torino, Bologna). In particolare, gli viene assegnata la cattedra di semiotica all’università di Bologna, dove diventa anche direttore dell’Istituto di Comunicazione e Spettacolo del DAMS, introducendo successivamente il corso di Scienze della Comunicazione.

 

La dolorosa meraviglia che ci procura ogni rilettura dei grandi tragici è che i loro eroi, che avrebbero potuto sfuggire a un fato atroce, per debolezza o cecità non capiscono a cosa vanno incontro, e precipitano nell’abisso che si sono scavati con le proprie mani.

 

E’ nel 1980 che esordisce nel mondo della narrativa, pubblicando il suo primo romanzo, probabilmente una delle sue opere più conosciute, “Il nome della rosa”.

Questo diventa un best-seller, tradotto in quasi 50 lingue, vende più di trenta milioni di copie, diventando fenomeno mondiale. Oltre ad aver pubblicato numerosi libri e saggi, il suo contributo alla letteratura è grande: è infatti stato uno dei primi divulgatori dell’utilizzo della tecnologia al mondo della scrittura.

 

Lascia parlare il tuo cuore, interroga i volti, non ascoltare le lingue.

 

Ci lascia il 19 febbraio 2016, all’età di 84 anni.

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