Carlo Dossi è stato uno scrittore e archeologo italiano, uno degli esponenti della corrente degli Scapigliati.

 

Filosofia, dammi se non il sorriso, l’indifferenza almeno del saggio. Menti, ma consolami.

 

Dossi nasce in provincia di Pavia nel 1849 in una famiglia di nobili origini imparentata coi Beccaria, cosa che fa dello scrittore un cugino di Alessandro Manzoni; fin da piccolo nutre la passione per la scrittura, tanto che inizia a scrivere all’età di sette anni.

 

L’uomo che sa leggere parla cogli assenti, e si mantiene in vita gli estinti. Egli è in comunicazione con l’universo – non conosce la noia – viaggia – s’illude. Ma chi legge e non sa scrivere è un muto.

 

A Milano frequenta le scuole medie e il liceo classico, per poi iscriversi alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Pavia. Ancora giovanissimo, inizia ad entrare in contatto con l’ambiente della Scapigliatura, conoscendo molti esponenti del movimento e iniziando a scrivere per la rivista “Palestra Letteraria, Artistica e Scientifica”.

Dal 1870 inizia a lavorare al Ministero degli Esteri, fino a quando, nel 1895, viene inviato ad Atene in qualità di ambasciatore, occasione durante la quale conosce Gabriele D’Annunzio. Ritornato in Italia, si dedica all’altra sua grande passione, l’archeologia: istituisce il Museo Pisani Dossi dove vengono raccolti i reperti raccolti in Colombia, in Grecia e a Roma.

 

L’uomo destinato alla gloria non teme la povertà e la miseria perché sa che nella miseria il suo ingegno diverrà genio.

 

Compone la maggior parte delle sue opere tra il 1868 e il 1887; alcune di essere traggono ispirazione dalla sua esperienza autobiografica mescolata a fatti completamente inventati, come ad esempio “Vita di Alberto Pisani”; grande successo ebbe il libro “La colonia felice”. Viene pubblicato, postumo, anche un diario privato di Dossi, con il titolo “Note azzurre”. In generale, le sue opere sono caratterizzate da una struttura poco lineare, corredata di numerose citazioni e divagazioni.

Carlo Dossi collaborò anche per la creazione di una riforma grammaticale inerente la punteggiatura.

Morì a causa di un ictus cerebrale nel 1910.

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