Staccarsi dal passato. Vivere nel presente. Era davvero possibile separare le due cose? Il presente non era forse il risultato di avvenimenti passati, e non poteva essere compreso solo quando si riusciva a capire anche il passato?

 

Tornare alle origini è un evento strano, a tratti traumatico: i ricordi affiorano aggressivi, quasi a volerti sopraffare in un agguato inaspettato, le emozioni, complici, ti assorbono e ti affondano in un lago ghiacciato di memorie messe da parte per troppo tempo, lo stesso lago ghiacciato di quell’infanzia che Jan ha provato a tenere lontano da sé.

 

 

Bisogna affrontare da soli i propri fantasmi. Nessuno può scacciarli al posto tuo, e non ci sono pillole efficaci. Devi portare pazienza verso te stesso, e allora ci riuscirai. Hai ricominciato daccapo, e non esiste luogo migliore per farlo che dove tutto ha avuto inizio.

 

Tornare alle origini è un evento difficile, i dettagli sembrano tornare tutti contemporaneamente, le case e i negozi, le strade percorse così tante volte, le persone che facevano parte di quella vita così lontana e che ora torna ad essere la tua vita.

 

Forse non tutto cambia con il tempo.

 

Tornare alle origini è un evento strano e difficile e doloroso.

Soprattutto quando sono passati 23 anni dopo la scomparsa del tuo fratellino.

 

A volte la vita ci pone domande senza risposta. Però ci offre sempre una possibilità per ricominciare daccapo.

 

Tornato alle origini, Jan è costretto ad affrontare un passato mai trascorso, un evento traumatico, la causa della distruzione della sua vita, un macigno così pesante da averlo ancorato a terra per tutta la sua intera esistenza dopo gli avvenimenti di quella tragica sera.

 

La colpa è come una malattia. Divora ogni fibra del corpo come un virus mortale. E non esiste terapia per curarla.

 

Rivivendo il percorso scolastico e lavorativo del padre, laureatosi in Psichiatria e specializzatosi in criminologia, Jan viene chiamato a lavorare presso la Waldklinik, la stessa struttura che molti anni prima aveva visto suo padre in prima linea, con l’unica condizione di affrontare una volta per tutte i suoi personali demoni.

 

Staccarsi dal passato. Più facile a dirsi che a farsi. Soprattutto quando questo passato ha spedito una persona nel futuro con tante domande senza risposta.

 

 

Il suicidio di una paziente però lo catapulta immediatamente in ciò che sembrava solo una storia di bambini, travolgendo Jan con una nuova serie di eventi e scoperte sconvolgenti: i fatti che coinvolgono la clinica sono collegati alla scomparsa del suo fratellino? Il piccolo Sven può davvero essere ancora vivo da qualche parte? O Jan è il solo superstite di quella terribile sera?

 

La vita è un campo di battaglia. Un campo di battaglia in cui entriamo il giorno della nostra nascita e che lasciamo con la nostra morte. (Jean-Jacques Rousseau)

 

L’unica certezza è che solo la scoperta di ciò che è stato veramente potrà salvare Jan da se stesso e dal suo senso di colpa, solo la verità di ciò che accade realmente 23 anni prima davanti al lago ghiacciato della sua infanzia.

 

Non si poteva mai dire quando si sarebbe rannuvolato di nuovo portando la neve. Per questo era consigliabile approfittare di ogni bel momento, perché già l’indomani avrebbe potuto essere troppo tardi.

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