Friedrich Holderlin nasce nel 1770 a Lauffen, paesaggio quasi idillico che fa da sfondo all’infanzia del poeta; dopo pochissimo tempo il padre muore, così la madre ben presto si sposa nuovamente; sarà lei a dare una rigida educazione ai figli (compresi quelli acquisiti dal secondo matrimonio).

O natura felice! io non so che sia di me, quando sollevo lo sguardo innanzi alla tua bellezza, ma tutta la gioia del cielo è nelle lagrime ch’io verso innanzi a te, come l’amante dinanzi all’amata.

A Nurtingen Friedrich inizia la sua istruzione, cominciando ad appassionarsi allo studio di greco e latino; inizia anche a comporre i suoi primi versi; grazie aagli ambienti culturali da lui frequentati, nascerà l’amicizia con due personalità fondamentali del tessuto intellettuale tedesco, Hegel e Schelling. In questo periodo nascono quelli che saranno “Gli inni agli ideali dell’umanità”.

Nel frattempo porta avanti gli studi teologici, ma solo per accontentare la volontà della madre, ma Holderlin riesce a fuggire da queste pressioni materne grazie al lavoro di precettore propostogli da Schiller; purtroppo l’esperienza non ha un buon esito, ma la madre del bambino apprezza le buone qualità di uomo e artista di Friedrich, così da scrivere addirittura alla madre illustrandole le doti del figlio.

Intanto Holderlin si dedica alla stesura di una delle sue opere più importanti, “Iperione”, mentre Schiller inizia a pubblicare alcune sue poesie e un frammento del romanzo stesso; questi sono mesi duri, in cui le difficoltà economiche lo portano a dover risparmiare perfino sul mangiare. Tornato nella casa materna, tenta nuovamente la carriera di precettore (che lo porterà a Francoforte) per sfuggire nuovamente al controllo della donna, mentre i rapporti con Schiller si deteriorano.

La prima figlia della bellezza umana, della bellezza divina è l’arte. In essa l’uomo divino ringiovanisce e si rinnova. Egli vuole sentire se stesso e perciò pone di fronte a sé la bellezza. Così l’uomo si diede i suoi dei, ché nel principio l’uomo e i suoi dei erano una sola cosa, poiché, ignota a se stessa, esisteva la bellezza eterna.

Nella nuova casa inizia una relazione segreta con la madre dei suoi allievi, Susette, donna che incarna la bellezza e la serenità che egli ricercava; inoltre trova in lei una confidente e una persona capace di discutere con lui della sua produzione poetica. Nel 1797 pubblica il primo volume di “Iperione”. Dopo una reazione violenta del marito di Susette, Holderlin è costretto ad allontanarsi dall’amata.

È pure eternamente certo e si rivela ovunque: quanto più innocente, più bella è un’anima, tanto più intimamente vive con gli altri esseri felici, che soliamo chiamare inanimati.

Negli ultimi anni di vita scrive la maggior parte delle sue opere, rielabora poesie, pubblica traduzioni, riceve l’incarico di bibliotecario a Homburg grazie all’intermediazione di un amico, ma iniziano i primi segni del suo turbamento psichico: vane sono le cure a cui viene sottoposto; il declino fisico è lento, ma i momenti di follia sono sempre più presenti, attimi che diventano una prigione da cui risulterà impossibile uscire, il presente perde ogni sua forma e dimensione. Muore nel 1843.

Non piangete, se le cose migliori sfioriscono! Presto ringiovaniranno. Non affliggetevi, se la melodia del vostro cuore si spegne! Presto si trova una mano che la ridesta.

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