Dante Alighieri è considerato uno dei caposaldi della nostra letteratura, annoverato insieme a Petrarca e Boccaccio come una delle tre corone, autore di uno dei capolavori di tutta la storia, la Divina Commedia.

 

Considerate la vostra semenza: | fatti non foste a viver come bruti, | ma per seguir virtute e canoscenza.

 

Dante nasce nel 1265 a Firenze da una famiglia agiata economicamente. Venne educato presso alcuni precettori, com’era d’uso all’epoca: dapprima un grammatico per conoscere le basi della lingua, poi si avvicinò allo studio delle arti liberali. Di grande importanza furono i contatti con gli intellettuali del periodo, come ad esempio l’incontro col maestro Brunetto Latini.

I viaggi e gli studi occuparono gran parte della sua vita: in particolare gli influssi della Scuola Siciliana, il movimento poetico nato alla corte di Federico II, furono decisivi nella poetica dantesca. I poeti toscani rielaborano le stesse tematiche, scrivendo liriche d’amore, ma utilizzando uno stile più dolce rispetto a quello siciliano: ecco che nasce il Dolce Stilnovo, di cui Dante è uno degli esponenti principali.

Una delle sue opere più conosciute è sicuramente “La Vita Nova”, una sorta di autobiografia in cui Dante narra del suo amore per Beatrice attraverso una serie di liriche alle quali si alterna la prosa che funge da contorno per l’analisi del contesto in cui nacquero quelle stesse poesie.

 

Tanto gentile e tanto onesta pare | la donna mia quand’ella altrui saluta, | ch’ogne lingua deven tremando muta, | e li occhi no l’ardiscon di guardare.

 

All’età di vent’anni contrae il matrimonio con Gemma Donati, dalla quale ebbe tre figli: Jacopo, Pietro e Antonia. Nel frattempo partecipa alla vita politica e militare della città, combattendo nella guerra contro Arezzo e partecipando alle campagna di Carlo Martello; entrò a far parte del Consiglio del Popolo e fu incaricato di svolgere alcuni compiti in qualità di ambasciatore della città.

Un’altra opera fondamentale è il “De vulgari eloquentia”, un trattato nel quale Dante affronta il tema dell’importante della lingua volgare, scritto però in latino perché gli interlocutori a cui Dante si rivolse appartenevano all’élite culturale del tempo.

Intanto, all’interno della fazione fiorentina dei guelfi si creò una grave disarmonia: da una parte i guelfi bianchi, per i quali si schierò Dante, fautori di una politica popolare; dall’altra i guelfi neri, difensori della politica aristocratica. È di questo periodo inoltre lo scontro con Papa Bonifacio VIII, considerato dal poeta simbolo della decadenza morale della chiesa e schierato contro i guelfi bianchi.

 

Temer si dee di sole quelle cose | c’hanno potenza di fare altrui male; | de l’altre no, ché non son paurose.

 

Lo scontro arrivò al suo culmine nel 1302 quando, con due condanne, Dante fu condannato all’esilio e non poté mai più rivedere la sua città. Iniziano dunque le sue peregrinazioni: dal Casentino a Lucca e Parigi, Forlì, Verona e, infine, Ravenna. La maggior parte delle sue opere viene composta proprio in questi anni tormentati.

 

Non ragioniam di lor, ma guarda e passa.

 

In questi anni compone l’opera “De Monarchia” in cui esplica il suo pensiero politico: secondo Dante, infatti, è necessario che vi sia un unico impero e il potere di un monarca è espressione della volontà divina. Il trattato venne composto in concomitanza con la discesa in Italia dell’imperatore Enrico VII di Lussemburgo.

 

Non dee l’uomo, per maggiore amico, dimenticare li servigi ricevuti dal minore.“

 

Infine, capolavoro indiscusso della letteratura mondiale, è la Commedia, il racconto del cammino del poeta attraverso inferno, purgatorio e paradiso, tra le colpe dei dannati puniti secondo la legge del contrappasso fino ad arrivare alla santificazione delle anime pure.

Dante morì a seguito di una spedizione per Ravenna, dopo aver contratto la malaria, tra il 13 e il 14 settembre 1321.

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