Giorgio Bassani è stato uno scrittore e poeta, nonché attivo sul fronte politico italiano.

Di origine ebraiche e benestanti, Bassani nasce a Bologna nel 1916; l’infanzia trascorre serenamente e prosegue i suoi studi al Regio Liceo Ginnasio Ariosto, conseguendo nel 1934 il diploma di maturità. Fin da giovanissimo si dedica alla passione letteraria, tanto da iscriversi alla facoltà di Lettere dell’Università di Bologna, dove conseguì la laurea 5 anni dopo.

 

I luoghi dove si ha pianto, dove si ha sofferto, e dove si trovarono molte risorse interne per sperare e resistere, sono proprio quelli a cui ci si affeziona di più.

 

La prima opera di Bassani, intitolata “Una città di pianura”, viene pubblicata nel 1940 utilizzando lo pseudonimo di Giacomo Marchi. Intraprende inoltre la carriera di insegnante, diventando docente di italiano e storia degli studenti ebrei espulsi dalle scuole pubbliche.

 

Anche le cose muoiono. E dunque, se anche loro devono morire, tant’è, meglio lasciarle andare. C’è molto più stile, oltre tutto.

 

Il suo impegno politico antifascista lo porta all’incarcerazione per alcuni mesi; una volta liberato, lasciò Ferrara e si trasferì a Roma, dove trascorse il resto della sua vita.

Scrive anche numerose poesie, raccolte nel testo “Storie dei poveri amanti e altri versi” e, successivamente, in “Te lucis ante”. Gli viene inoltre proposto di collaborare per la rivista letteraria “Botteghe Oscure”, fondata da Marguerite Caetani e, nel 1950, per la rivista “Paragone”, grazie alla quale conoscerà Pier Paolo Pasolini.

 

Più del presente contava il passato, più del possesso il ricordarsene. Di fronte alla memoria, ogni possesso non può apparire che delusivo, banale, insufficiente.

 

È del 1956 la pubblicazione che gli fece assegnare il Premio Strega, “Cinque storie ferraresi”. La passione di Bassani per l’arte si esplica anche nell’insegnamento: nel 1957 assume l’incarico in qualità docente di storia del teatro all’Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio D’Amico”.

Grazie alla sua attività legata a riviste letterarie e mondo editoriale, riesce a far diffondere il lavoro di autori quali Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Jorge Luis Borges, Edward Morgan Forster e Boris Pasternak (l’opera di quest’ultimo, “Il dottor Živago”, in anteprima mondiale). Nell’opera “Le storie ferraresi” raccoglie la parte migliore della sua produzione.

L’opera più importante e conosciuta di Giorgio Bassani è sicuramente “Il giardino dei Finzi-Contini”, dove rievoca la quotidianità della vita della borghesia ebraica a Ferrara durante il periodo fascista, prendendo spunto dalla sua personale vicenda e tenendo presente le atmosfere vissute da lui in prima persona.

Molti versi degli anni successivi vengono ispirati dai suoi soggiorni presso Maratea e dal suo amore per l’americana Anne-Marie Stehlein, e raccolti nelle opere “Epitaffio” e “In gran segreto”. Nel 1982 pubblica la raccolta di tutti i suoi versi, “In rima”, e successivamente la raccolta di tutti i suoi saggi, “Di là dal cuore”. Tutte le sue opere vengono raccolta nel testo “I Meridiani”.

 

Nella vita, se uno vuol capire, capire sul serio come stanno le cose di questo mondo, deve morire almeno una volta.

 

Giorgio Bassani muore a Roma nel 2000.

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