Poeta e drammaturgo di origine spagnola, Federico García Lorca rappresentò uno di quegli artisti che portarono avanti le avanguardie del Novecento.

Federico nasce nel 1898 in una famiglia di piccoli proprietari terrieri; porta avanti gli studi in maniera ottimale, venendo addirittura quasi considerato un ragazzo prodigio; fin da giovane si interfaccia con numerosi circoli letterari e artistici e riesce a pubblicare la sua prima opera all’età di vent’anni, pur non ottenendo un grande successo.

Prosegue gli studi a Madrid, dapprima giurisprudenza per il volere del padre, poi lettere per seguire la sua vocazione; qui conosce numerose personalità importanti del periodo, come ad esempio Salvador Dalì. Poco tempo dopo riesce finalmente a diventare uno degli esponenti di spicco dell’avanguardia artistica spagnola; continua a dedicarsi alla letteratura, compone numerose poesie e opere teatrali, come ad esempio il “Libro de poemas” e il dramma teatrale “El maleficio de la maríposa” (Il maleficio della farfalla), quest’ultimo un vero e proprio fallimento.

Che cosa racchiudo in me

in questi momenti di tristezza?

Ahi, chi taglia i miei boschi

dorati e fioriti!

Che cosa leggo nello specchio

d’argento commosso

che l’aurora mi offre

sull’acqua del fiume?

Ben presto però deve affrontare un periodo di grave depressione a causa della sua omosessualità celata, con sempre maggiore fatica, alle persone care. Per aiutarlo, la famiglia decide di organizzargli un viaggio negli Stati Uniti, grazie all’aiuto dell’amico Fernando de los Ríos, il quale gli regala una borsa di studio: quest’esperienza sarà fondamentale per la sua formazione letteraria; risale proprio a questo periodo quello che viene considerato il suo capolavoro, “Poeta en Nueva York”, un’opera che descrive l’alienazione dell’uomo nella società moderna.

Comincia il pianto

della chitarra.

Si spezzano le coppe

dell’alba.

Comincia il pianto

della chitarra.

È inutile farla tacere.

È impossibile

farla tacere.

Piange monotona

come piange l’acqua.

Come piange il vento

sulla montagna.

(La Chitarra)

Ritornato in Spagna, assume il ruolo di direttore della compagnia Teatro Universitario la Barraca, fondata dal Ministro dell’Educazione; oltre a dirigere, Federico García Lorca ne è anche attore. Durante il loro tour in giro per le zone più rurali del Paese, il drammaturgo si dedica alla composizione delle sue opere teatrali più famose.

Era la mia voce antica

ignara dei densi succhi amari.

La sento lambire i miei piedi

sotto le fragili felci bagnate.

 

Ahi, voce antica del mio amore,

ahi, voce della mia verità,

ahi, voce del mio aperto costato,

quando tutte le rose nascevano dalla mia lingua

e il prato non conosceva l’impassibile dentatura del cavallo!

In Spagna scoppia però la Guerra civile e Federico, tornato a Granada per salutare il padre, viene arrestato e fucilato con l’accusa di essere un omosessuale di sinistra. Aveva 38 anni.

Ho chiuso la mia finestra

perché non voglio udire il pianto,

ma dietro i grigi muri

altro non s’ode che il pianto.

Vi sono pochissimi angeli che cantano,

pochissimi cani che abbaiano;

mille violini entrano nella palma della mia mano.

Ma il pianto è un cane immenso,

il pianto è un angelo immenso,

il pianto è un violino immenso,

le lacrime imbavagliano il vento.

E altro non s’ode che il pianto.

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