Oggi parliamo di pubblicazione. E in particolare del colosso Amazon che è da poco diventato editore. A partire da novembre 2015, infatti, è partita ufficialmente anche questa nuova attività, sotto la supervisione del Content Editor di Amazon Publishing Alessandra Tavella, con sede a Milano.
I primi ad essere pubblicati sono stati alcuni libri di narrativa straniera, tradotti in italiano, seguiti poi da autori italiani, tutti col marchio “Amazon Publishing”.
Ce n’è per tutti i generi, nessun lettore viene deluso: troviamo storia d’amore, fantasy, thriller e così via.

Il vero punto forte di questa iniziativa è rappresentato dai prezzi molto contenuti: prendiamo ad esempio un libro venduto a 9-10 euro. In questo modo, circumnavigando tutto il processo (costoso) che porta alla produzione del formato cartaceo, si ottiene un e-book del valore di 4-5 euro.
Un vero affare per i lettori!

Qui entra poi in gioco l’opinione che ciascuno di noi ha sul formato giusto per un libro: c’è chi preferisce decisamente un comodissimo e-book, o chi ama sfogliare le pagine, assaporando la consistenza liscia e il profumo di libreria.
Io personalmente opto per questa seconda scelta, senza nulla togliere alla prima: in questo senso sono molto tradizionale, mi piace sentire “il peso della cultura”, segnare a matita i passi che più mi colpiscono e fanno riflettere, inserire post-it colorati che mi aiutino a ritrovarli…

La cosa bella di Amazon Publishing è che molti di questi autori sono stati scoperti proprio da loro, grazie al self-publishing. Un punto in più alla meritocrazia quindi, perché come sappiamo non sempre (non sempre non vuol dire mai, attenzione!) i libri che troviamo nelle grandi catene librarie sono i migliori che si possano leggere.

Dunque testi acquistabili solo dal sito di Amazon e non distribuiti nelle librerie, anche se così probabilmente si rischia di tagliar fuori quella fetta di lettori (siamo ancora numerosi!) abituati ai libri che si sfogliano.
Sicuramente la carta vincente per la scelta di quali titoli pubblicare è il conoscere i gusti del suo pubblico: affidandosi ai dati raccolti online (avete presente tutte quelle pubblicità che immancabilmente accompagnano il nostro ingresso sul sito? Quelli che si basano esattamente sui vostri acquisti precedenti e sui vostri click qua e là?!) gli editor andranno sul sicuro!
Certo, il rischio è quello di basarsi su gusti talvolta discutibili.
Diciamolo apertamente: non tutti quelli che leggono sanno apprezzare un capolavoro e faticano a discernere tra opere a cui fare un applauso e quelle senza grandi meriti.
La riflessione fondamentale su questa questione riguarda l’estremizzazione delle logiche che, in questo modo, si rischia di incentivare, mettendo da parte totalmente il parere dei critici.

D’altra parte viene offerta una grande occasione per tutti quegli scrittori che si vogliono lanciare nel self-publishing: possono infatti pubblicare, direttamente e senza intermediazioni, i propri e-book sul Kindle Store, con tutte le conseguenze (positive e nefaste) che questo comporta.
Amazon non opererà dunque come vero e proprio editore: sono infatti gli scrittori ad occuparsi di tutto, anche se viene loro offerto un supporto per l’editing.
Unico filtro ad un’editoria fatta e decisa totalmente dagli autori stessi? I lettori!

Certo, non tutti rimangono soddisfatti da questa nuova modalità di pubblicazione: penalizzate sono le case editrici, le quali ovviamente non possono competere con i prezzi contenutissimi degli e-book (senza dimenticare che al di sotto del 25% di sconto non possono scendere).

Insomma, ancora non si possono tirare conclusioni assolute.
L’unica cosa che ci auguriamo è che l’effetto sul mercato librario sia positivo: più libri per tutti, più lettori appassionati, più persone acculturate e di mentalità aperta, un mondo più felice.

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