LA LIBERTA’ DI SOGNARE

 

Quando ormai non c’è più niente per cui valga la pena lottare.

Quando tutto sembra farsi grigio e insignificante.

Quando la vita finisce con lo scivolarti via dalle dita, e il tempo trascorre inesorabilmente verso la solitudine e l’insoddisfazione.

Quando il lavoro e il privato non trovano più alcun senso, se non quello dell’inerzia.

Quando non vivi, ma subisci la vita.

 

“…sembrava che il mondo si spegnesse. Si faceva grigio e piatto, come una fotografia di pessimo gusto artistico.”

 

E poi, inaspettatamente, qualcosa di bello. Qualcosa di nuovo.

E poi, finalmente, la vita.

Un cenno, un sorriso, una risata, la felicità.

 

“Per quanto ne so, le belle storie iniziano sempre con un cambiamento.”

 

Ed è proprio un cambiamento che ci conduce in questa storia, un modo insolito di narrare, un testo teatrale fatto di monologhi introspettivi ricchi di sentimento che ci introducono a poco a poco il personaggio di Francesca.

Uno stile che permette di far aprire il cuore dei personaggi coinvolgendo totalmente gli spettatori, capace di far sognare tutti coloro che hanno messo da parte le fantasie e gli entusiasmi di un tempo.

 

“Non riuscivo a smettere di pensare di essere rimasta sola, abbandonata. E’ così che mi trovò Salvo. Alla deriva.”

 

Francesca è una ragazza che assiste allo spettacolo della sua vita, la quale, lentamente, appassisce, una delusione dopo l’altra; un lavoro avvilente, un amore che svanisce, una sorella che porta guai, un’amica lontana, una solitudine frustrante.

Non tutte le anime però sono destinate alla stessa storia: due strade si incrociano, due muri cadono, due destini rinascono.

Salvo è un artista misantropo che detesta il mondo attorno a lui, un guscio incorruttibile che preserva un altro cuore infranto.

 

“La realtà era insignificante, se paragonata a ciò che avevamo pian piano costruito nella nostra fantasia.”

 

Ed è proprio la fantasia che ci salva, che salva Francesca e Salvo.

L’unica cosa che ci permette di allontanarci e perderci in un altro mondo, diverso, più felice.

La realtà spaventa e, talvolta, uccide. Massacra lentamente l’animo, infligge una sofferenza indescrivibile allo spirito, distrugge l’entusiasmo, allontana l’amore.

Solo rifugiandosi in una parvenza di sogno possiamo finalmente liberarci dalle nostre paure, dalla routine e dall’insofferenza per una vita che non ci appartiene più.

 

“La libertà di sognare, di meritare qualcosa come le fragole a Novembre… la libertà è un miraggio dell’uomo.”

 

Ed è così che, dopo un viaggio tormentato, possiamo nuovamente imparare a desiderare, a sperare, ad assaporare un gusto diverso e intenso.

Ed è solo così che possiamo tornare a vivere.

 

1 – È la tua prima pubblicazione? In caso non lo fosse, quali altri testi hai scritto?

Il mio esordio riguarda soltanto l’aver creato la collana Misfatti, che spero diventi presto un progetto ben più ampio e condiviso. Ho pubblicato due o tre titoli negli anni scorsi: di cui uno sotto pseudonimo e uno del quale sto aspettando scada il contratto con la CE per poterne riavere i diritti e fare una profonda revisione. Ho lavorato anche nell’editoria con vari ruoli, un’esperienza che continua a essermi molto preziosa per ciò che ho in mente per Misfatti.

2 – Com’è nata l’ispirazione per questo testo teatrale?

Scrivi di ciò che sai, si dice, e ciò è stato alla base dell’ideazione di Fragole a novembre, come per altri miei lavori. Il soggetto è nato da varie situazioni che ho vissuto di persona. Non tutto, ma ho realizzato un bel mosaico debitamente condito.

3 – Perché hai scelto proprio questa forma espressiva?

Non è il primo testo teatrale che realizzo, ma è di sicuro quello più moderno. Negli ultimi anni ho avuto il piacere di assistere a molti spettacoli freschi e innovativi, grazie alla grande offerta culturale di Milano. Mi piacciono molto i monologhi, ma li trovo ancora fuori dalla mia portata e, quindi, ho cercato di rendere il racconto di Francesca più movimentato e scenico. Trovo il teatro decisamente più vivo e vibrante della narrativa o del cinema e sarebbe un sogno farne parte come scrittrice, un giorno.

4 – Il finale può essere liberamente interpretato… tu come preferisci interpretarlo?

La mia interpretazione è proprio ciò che è: un finale molteplice. Lo adoro.

5 – La svolta nella vita di Francesca, secondo te, può dare forza a tutte quelle persone che hanno perso la speranza e non credono più che le cose possano cambiare?

Per ovvi motivi, la narrazione rimane sempre tale: se dobbiamo parlare di realtà, non si può far altro che stringere i denti e continuare a tentare. Senza isolarsi oppure scappare dagli altri, spesso è necessario che la spinta ce la diamo da soli e, quando funziona, il resto va da sé.

6 – Che valore ha oggi la comunicazione virtuale? Molti credono che essa possa influire negativamente sui rapporti, altri che sia un utile strumento per abbattere le distanze… tu cosa ne pensi?

Avendo sempre avuto un’indole piuttosto solitaria, fino a qualche anno fa ammiravo anche io le gabbie d’oro delle interazioni online. Persone che un giorno prima mi promettevano di salvarmi e di essermi vicine per sempre, quello dopo si dimenticavano persino il mio nome. Ormai l’unica dimensione virtuale che amo è quella della narrativa e ritengo le comunicazioni online quello che sono: parole e maschere. Ora che ho una famiglia mia e degli obiettivi reali, preferisco di netto la realtà.

7 – Fra tutti i desideri fantasiosi a cui si può pensare… perché proprio le fragole a Novembre?!

Ho vissuto la mia infanzia in campagna e ho sempre notato quanto fossero delicate le fragole, tanto che la loro stagione – a campo aperto, intendo – non dura che qualche settimana. Eppure, a chi non piacerebbe gustarsi una buona macedonia di fragole anche tutto il resto dell’anno? Io continuo a sognarmele, quando non ci sono.

8 – Quale messaggio può trasmettere questa storia secondo te?

È difficile esprimere una risposta: una storia può inviare messaggi diversi a persone diverse. Nella postfazione ho cercato di esporre il punto di partenza da cui ho attinto, ma poi dev’essere il lettore a vivere il racconto di Francesca a suo modo.

9 – Progetti futuri? Hai in cantiere qualche altra pubblicazione?

Sto lavorando su un nuovo titolo, ma non sarà pronto prima del prossimo anno. Lavoro con calma, cercando di essere il più professionale possibile.

 

 

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