COME SCRIVERE CON STILE

LO STILE

Dare stile a ciò che si scrive vuol dire dare al testo una connotazione personale, imprimere in esso tutta una serie di toni ed intenzioni, far capire a chi legge che “l’hai scritto tu”.

Vuol dire trovare le parole corrette per esprimere determinati concetti, usare un termine piuttosto che un altro, costruire la frase giusta, cimentarsi con la sintassi appropriata, scoprire il modo giusto per dire esattamente quella cosa…

Kurt Vonnegut, nel 1980, scrisse un articolo ricco di consigli per tutti quegli scrittori, di qualsiasi genere letterario, che sono ancora in cerca del proprio stile.

Le indicazioni di Vonnegut puntano ad una scrittura incisiva, semplice, precisa, originale.

1 – TROVA UN ARGOMENTO CHE TI INTERESSA

“Scegli un argomento che ti interessa: trova un argomento che ti interessi e che in cuor tuo senti possa interessare anche ad altri. È questo genuino interessamento, e non i tuoi giochi con la lingua, il più convincente e seducente elemento del tuo stile.”

La passione che si può trasmettere attraverso le nostre parole, la passione che si può trasmettere agli altri, ecco ciò che più conta quando si scrive. Scrivete solo quando l’interesse è reale e sincero, non quando siete costretti. Le parole riescono a far emergere l’amore per quello che state dicendo tanto quanto il distacco e la freddezza, se quel che scrivete non convince e coinvolge prima di tutto voi stessi.

2 – ABBI COMPASSIONE PER I LETTORI

“Devono identificare migliaia di piccoli segni sulla carta, e dare loro immediatamente un senso. Devono leggere, un’arte così difficile che la maggior parte della gente non riesce a padroneggiarla veramente anche dopo averla studiata alle medie e alle superiore – per dodici lunghi anni.”

Non uno stile contorto e complesso, ma semplice e limpido.

Leggere può essere faticoso, non tutti riescono a far scorrere, riga dopo riga, pagine e pagine dei romanzi che si trovano di fronte.

Alcuni hanno bisogno di concentrazione, e uno stile lineare, senza troppi fronzoli e ghirigori è quello che occorre per rendere la lettura un piacevole passatempo.

3 – SII SEMPLICE

“Sii semplice: per quanto riguarda l’uso della lingua: ricorda che i due grandi maestri della lingua inglese, William Shakespeare e James Joyce, scrivevano frasi che rasentavano lo stile di un bambino proprio quanto più l’argomento era profondo. «Essere o non essere?», domanda l’Amleto di Shakespeare. La parola più lunga è di sei lettere. Joyce, nel pieno della sua vivacità, sapeva mettere insieme un periodo intricato quanto una luccicante collana appartenuta a Cleopatra, eppure, uno dei periodi che adoro di più della sua prosa si trova nel racconto Eveline: «Era stanca». E a quel punto della storia, nessun’altra parola saprebbe spezzare il cuore di un lettore come queste due parole. La semplicità della lingua non è solo da rispettare, ma è forse persino sacra. La Bibbia apre con un periodo forse riferibile a un vivace quattordicenne: «All’inizio Dio creò il cielo e la terra».”

 

Consiglio che si riallaccia al precedente.

Pochi giri di parole, al bando la complessità, eliminate i paroloni troppo lunghi che confondono.

Questo non vuol dire scrivere in modo sciatto e disordinato, ma spesso le cose semplici sono le migliori.

4 – NON DIVAGARE

“Non ti dilungare. Non intendo divagare a questo proposito.”

 

Vonnegut non spende molte parole su questo consiglio, tanto per stare in tema.

 

 

[leggi la seconda parte dell’articolo settimana prossima]

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