POSTUMA, di Lorenzo Stecchetti Leggere - Facile Marzo 27, 2016 Poesia, Recensioni 1 Commenta Quella di Postuma è una raccolta poetica tra le più strazianti che abbia mai letto. Lorenzo, infatti, si dimena tra la vita e la morte, tra un amore che è svanito e una malattia che lo attanaglia, che lo divora dall’interno, senza dargli un minimo di tregua. Chiuso nella sua stanza, osserva con malinconia il mondo che, ignorando la sua dolorosa condizione, trascorre la sua esistenza, imperterrito e noncurante di questo povero ragazzo, appena trentenne, che soffoca la sua voglia di vivere tra le mura prigioniere. Lorenzo racchiude in una metafora particolare quella che è la condizione della sua intera esistenza, fatta di ostacoli e limiti imposti dalla salute cagionevole: proprio come un fiorellino nato all’ombra di una siepe, e quindi destinato inevitabilmente a non essere visto e a morire, circondato da spine pungenti, anche il poeta è costretto a trascorrere le sue giornate all’ombra della vita. E da dietro un vetro, mentre tutto scorre, non può far altro che rimuginare sugli accadimenti che hanno finito per consumare anche le ultime forze, trascinandolo in un baratro di sofferenza e, infine, alla morte. Ho la morte nel core e il riso in bocca, Ma il cor nessun lo vede. […] Sanguinanti ferite M’han lacerato il core, oh se sapeste Tutto il martirio mio, voi torcereste Le pupille atterrite! (VIII) Così apre il suo cuore già dalle prime liriche: la sua bocca ride, ma il suo sguardo è triste, riflette quel duro sentimento che affronta giorno dopo giorno, quell’abbandono, quell’addio costretto ad accettare. Bugie di una donna perfida, capace di sorridere solo in sogno o durante una menzogna. Le poesie si alternano, tra le rimembranze di ciò che fu e dei viaggi nelle diverse città, Bologna, Napoli e Venezia; liriche satiriche, contro la politica, e dediche ai cari amici, ormai appartenenti ad una vita lontana; il ricordo dei primi amori e delle prime delusioni, e poi la malattia, un crescendo che si avvicina sempre più all’inesorabile, al destino da affrontare, coraggiosamente, senza esitazione. Oh, se d’amore eterno una parola M’esce dal labbro allor, credila, credi, Poiché s’ama così una volta sola. (XXXV) I sentimenti si alternano, tra quelli dolci dell’amore e quelli cocenti dell’ira, quando Lorenzo ricorda le umiliazioni che fu costretto a sopportare, deriso dalla donna amata, le sofferenze infernali che lo condussero alla desolazione più totale, le lacrime amare versate in preda alla disperazione, e tutto inutilmente. Un nuovo sentimento nasce ora nel suo animo: quello della vergogna nei confronti di se stesso e del disprezzo verso quella creatura tanto crudele e vile da gettarlo nell’oblio. Ho detto al core, al mio povero core: “Perché questo languor, questo sconforto?” Ed egli m’ha risposto: “E’ morto amore!” Ho detto al core, al mio povero core: “Perché dunque sperar se amore è morto?” E m’ha risposto: “Chi non spera, muore.” (XLVII) Eppure, andando avanti con le liriche, che si susseguono in modo lineare, anche la speranza comincia a vacillare, così come scrive all’amico Raffaele Belluzzi: ormai a Lorenzo non resta altro che maledire uomini e cose, mentre la sua giovinezza sfiorisce, mentre si chiude nelle sue pene. Non credo più, non spero più, non amo. (LXX) E, infine, un grido disperato, una preghiera inequivocabile, una richiesta straziante rivolta a Dio: “mio Dio, fammi morire!”. L’introduzione alla raccolta viene scritta da un suo cugino, il quale racconta brevemente la vita di Lorenzo trascorsa tra difficoltà e traversie, senza quasi mai incontrare una vera e semplice gioia che potesse risollevarlo definitivamente dalla malattia. Il poeta muore in una notte fredda, in un paesino velato di neve e nebbia, spirando a causa della tisi, una sofferenza che, poco a poco, lo travolse e lo divorò, indebolendolo fino allo stremo. Tutto molto drammatico, se non fosse per una piccola questione di menzogne in cui il lettore stesso viene coinvolto dal nostro Stecchetti. O dovrei dire Guerrini. Se vuoi saperne di più, ecco la verità: http://www.leggere-facile.it/lorenzo-stecchetti/ 1 risposta QUANDO NELL’OMBRA DE’ TUOI NERI OCCHIONI... | Leggere-facile Settembre 24, 2016 […] [tratto da Postuma] […] Rispondi Scrivi Cancella commentoLa tua email non sarà pubblicataCommentaNome* Email* Sito Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento. Hai disabilitato Javascript. Per poter postare commenti, assicurati di avere Javascript abilitato e i cookies abilitati, poi ricarica la pagina. Clicca qui per istruzioni su come abilitare Javascript nel tuo browser.
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