Un romanzo che ci avvolge completamente nelle sue spire, saltando da una generazione all’altra, passando per un personaggio o per l’altro, narrandoci le vicende di questa famiglia vissuta, decennio dopo decennio, nella grande casa dell’angolo in compagnia di spiriti, uccelli variopinti e ospiti sensazionali.

Filo conduttore delle diverse storie che si intrecciano è Clara, bambina prodigio in grado di predire il futuro, leggere le carte, far muovere tavolini o saliere e fluttuare per casa. Un temperamento docile e sensibile, una disgrazia durante l’infanzia che la costringe al mutismo, fino a quando tutto cambia; una nuova vita le si presenta davanti, un marito ricco che brama di far parte della famiglia del Valle, il futuro senatore Esteban Trueba.

Tutto viene minuziosamente annotato in diari e quaderni, una scrittura fitta e sottile per non perdere traccia di quei ricordi ed emozioni di tutta una vita.

La piccola Clara diventa donna e madre e nonna e, infine, spirito.

Le vicende spesso trascendono la capacità di Esteban Trueba di tenere tutto sotto il suo rigido controllo: i tre figli, Blanca e i due gemelli Nicolàs e Jaime, per amore o idealismi, prendono tutti direzioni inopinate e sconvenienti, i rapporti si riducono a terrore o indifferenza, le scelte intraprese spesso conducono sulla via della disperazione.

“Scrivo, lei ha scritto, che la memoria è fragile e il corso di una vita è molto breve e tutto avviene così in fretta, che non riusciamo a vedere il rapporto tra gli eventi, non possiamo misurare le conseguenze delle azioni, crediamo nella finzione del tempo, nel presente, nel passato, nel futuro, ma può anche darsi che tutto succeda simultaneamente. Per questo mia nonna Clara scriveva nei suoi quaderni, per vedere le cose nella loro dimensione reale e per schernire la cattiva memoria. E adesso io cerco il mio odio e non riesco a trovarlo.”

Tutto poi diventa chiaramente vuoto e insostenibile quando, ad andarsene, ma forse non del tutto, è Clara. Lei che aveva saputo tenere insieme tutto quello splendore della grande casa, ricca di animali, fiori e persone di ogni genere, poeti e bisognosi, amici e spiritisti, servi fedeli e spiriti di defunti.

“La morte di Clara trasformò completamente la vita nella grande casa dell’angolo. I tempi erano mutati. Con lei se n’erano andati gli spiriti, gli ospiti e quella luminosa allegria che era sempre presente, perché lei non credeva che il mondo fosse una valle di lacrime, ma al contrario una burla di Dio. […] Tutti in famiglia sentirono che senza Clara avevano perso la ragione di stare insieme…”

E la situazione sfugge al controllo soprattutto quando si tratta di far la rivoluzione: conservatori di destra, dei quali Esteban Trueba è uno dei più accaniti sostenitori, e sinistra agguerrita, dittatura contro dittatura, per capire alla fine che la libertà è l’unica via da percorrere, contro qualsiasi tipo di estremismo.

Ed Esteban Trueba lo scoprirà fino in fondo quando, rimasto solo a soffrire le pene della vecchiaia, senza più Clara al suo fianco, vedrà la nipote, Alba, l’unica luce nella sua vita buia, portatagli via da quegli stessi conservatori di destra che avrebbero dovuto innalzargli lodi e onori per una carriera politica trascorsa nei tumulti e nelle battaglie disperate in loro favore.

Costretto a far espatriare la figlia Blanca con l’uomo della sua vita, così odiato dal senatore tempo prima, Trueba si trova ancora una volta a fare i conti col nemico, questa volta sotto le sembianze di Miguel, l’innamorato comunista della nipote. Odi e rancori vengono messi da parte pur di salvare l’ultima sua ragione per cui lottare.

Alba, alla fine, sarà colei che riuscirà a riassemblare i pezzi di quel doloroso puzzle, dopo il periodo di terrore e rovina che falcia sogni, speranze e gioie di amici e familiari.

Troppe perdite si affacciano nella sua vita, ma, per non vedere i colori sbiadirsi poco a poco, sceglie di continuare la tradizionale trascrizione degli eventi, iniziata moltissimi anni prima dalla nonna Clara, ripercorrendo passo dopo passo i suoi diari.

“Mi sarà molto difficile vendicare tutti quelli che devono essere vendicati, perché la mia vendetta sarebbe solo dall’altra parte dello stesso rito inesorabile. Voglio limitarmi a pensare che il mio mestiere è la vita e che la mia missione non è protrarre l’odio, bensì unicamente riempire queste pagine mentre attendo che arrivino tempi migliori.”

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