IMPARARE A PENSARE

E se ci dicessero che gran parte di ciò che ci hanno insegnato a scuola fosse totalmente inutile di fronte agli imprevisti e alle problematiche concrete che quotidianamente siamo chiamati ad affrontare? Che la metodologia scolastica italiana non ha niente a che vedere con le reali esigenze a cui dobbiamo rispondere? Che purtroppo i nostri docenti ci hanno insegnato a leggere, scrivere, contare e tutte le nozioni fondamentali di scienza, letteratura e storia, ma hanno tralasciato l’insegnamento più importante: come si impara a pensare.

Saper ragionare in modo critico è appunto padroneggiare i modi di funzionare dei modelli mentali. […] Se impariamo a prestare attenzione al modo in cui vediamo le cose, è probabile che non cadremo più nei tranelli cognitivi in cui così spesso le nostre prime intuizioni ci fanno inciampare.

Non solo conoscenze e informazioni, ma strategie, veri e propri strumenti per mettere in moto il meccanismo cerebrale e risolvere problemi più o meno complessi; sviluppare la nostra capacità di problem solving attingendo da ciò che abbiamo già a disposizione, mettendo a frutto queste nozioni, adattarle ad altri contesti, trovare soluzioni nuove e creative, essere intraprendenti e risolutivi.

L’intelligenza ha poco a che fare con il pensiero critico. Il pensiero critico, che coinvolge un insieme molto più ampio di capacità cognitive, è però cruciale nella vita lavorativa.

Tra un esercizio e l’altro, i due autori ci accompagnano in questo affascinante mondo del pensiero logico, a volte contro-intuitivo, ci aiutano a riflettere sulle cose e a non dar niente per scontato, ci fanno cogliere dettagli che parevano insignificanti e ci fanno soffermare su soluzioni impensabili, giusto per farci capire, un attimo dopo, che “era così ovvio fosse quella la risposta…”.

Ad ogni test si accompagna la soluzione, spiegata nei dettagli, così da aiutare il lettore a districarsi nei vari quesiti, più o meno complessi; le ricerche dimostrano come chiunque possa prendere coscienza dei propri “loop” di ragionamento e, con un po’ di attenzione, porre rimedio a quelli errati.

“Ciò che rende difficilmente intellegibile l’oggetto […] non è la necessità di una determinata istruzione su cose astruse per poterlo capire, bensì il dissidio tra la comprensione dell’oggetto e ciò che la maggior parte degli uomini vuole vedere”. […] Ciò che i più hanno in testa orienta il larga misura la nostra visione del mondo.

La buona logica è quel modo di ragionare in modo lineare, il ragionamento puro, il pensare ai problemi in modo meno superficiali e più approfondito, il modo di argomentare in modo critico i concetti espressi; non ha niente a che vedere con il livello di istruzione e conoscenze possedute dall’individuo, va oltre la memoria, è indipendente dai contenuti.

Il pensiero critico, come fosse un coltellino svizzero o una cassetta degli attrezzi (ricca, variegata e ben fornita), si avvale di molti strumenti diversi, strumenti per pensare importantissimi.


Insomma, un’ottima guida, agile e mediata, per comprendere che la miglior arma che possediamo è il nostro cervello e che, per farlo funzionare, basta veramente un po’ di buona logica!

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