Robert Langdon si sveglia confuso in una stanza di ospedale, una ferita causata da un’arma da fuoco alla testa, la memoria offuscata, i ricordi vaghi o inesistenti, solo visioni nella sua mente, visioni terribili: dannati, dettagli raccapriccianti, peccatori che implorano la salvezza, uomini che si contorcono in un groviglio umano di dolore e disperazione. E una donna, sull’altra riva del fiume, una visione dai capelli argentei, che gli sussurra un appello enigmatico: “cerca, trova”…

Le decisioni del passato sono le fondamenta del nostro presente.

 

Non c’è tempo per le spiegazioni, gli spari si fanno sempre più vicini: il professor Langdon è costretto ad una fuga rocambolesca per le strade di Firenze, senza sapere il perché si trovi dall’altra parte del mondo; ad aiutarlo c’è la dottoressa Sienna Brooks, una giovane donna dall’intelligenza superiore e dalle risorse illimitate, rimasta coinvolta nel misterioso intrigo.

Arriva un momento nella storia in cui l’ignoranza non è più un’offesa che può essere perdonata, un momento in cui solo la saggezza ha il potere di assolvere.

Una rappresentazione dell’inferno è il punto di partenza. I dannati vengono puniti nei diversi luoghi, ognuno secondo il meccanismo del contrappasso: ogni vizio che ci ha reso schiavi durante la vita diventa strumento di terribile tortura nell’inferno dantesco. E qualcosa di ancora più orribile dovrà accadere: le ombre demoniache di questo incubo vagheranno sulla terra portando la distruzione, proprio come la Peste Nera che riuscì a falciare milioni di vite, una scelta difficile, il sacrificio di pochi per salvare la specie umana.

Quando ti infili in una galleria oscura, arriva il momento in cui non hai più fiato per tornare indietro. La tua unica possibilità è continuare a nuotare verso l’ignoto e pregare che ci sia un’uscita.

 

Robert Langdon non ha scelta: le ricerche partono da Vasari, un indizio dopo l’altro, tra inseguimenti e opere d’arte, lentamente i pezzi del mosaico si ricompongono, dando vita ad un quadro raccapricciante: qualcosa di micidiale è stato creato e giace sommerso dall’acqua nelle profondità di una caverna, mentre il giorno destinato al cambiamento del mondo si avvicina inesorabilmente.

Sofferenza e tribolazione. Questo è il panorama del futuro. L’umanità, se non è tenuta a freno, agisce come una pestilenza, un cancro… Il numero degli abitanti cresce a ogni generazione finché le risorse terrene che un tempo alimentavano la nostra virtù e solidarietà si ridurranno gradualmente a zero, svelando il mostro che è in noi, spingendoci a lottare fino alla morte. Questo è l’Inferno dantesco. Questo è ciò che ci attende.

 

Una mente geniale, dei calcoli matematici inequivocabili, una ragione sensata alla base di una follia: tutto sembra presagire ad un collasso mondiale, un’umanità satura di se stessa, un peccato dopo l’altro, crudeltà e noncuranza, ma soprattutto l’inerzia di fronte a tutto ciò, questi i mali che occorre punire, prima che sia troppo tardi.

 

Non c’è nulla di più creativo, o di più distruttivo, di un intelletto brillante fortemente motivato.

 

Da un capo all’altro del mondo, per cercare di salvare la situazione e l’umanità tutta, Robert Langdon non sa più di chi può fidarsi: un intricato mondo di bugie è stato costruito da un’organizzazione segreta in grado di manipolare la realtà a piacimento per soddisfare tutte le esigenze dei suoi ricchi clienti. Un cliente sbagliato, però, rischia di mandare all’aria anni e anni di lavoro, e costringe il Rettore, capo dell’organizzazione, a infrangere il codice su cui ha costruito l’intera essenza del Consortium.

E alla fine, quando ormai tutto è perduto, solo unendo le proprie forze si potrà ritrovare la volontà di affrontare la nuova era e il nuovo destino a cui la specie umana è stata condotta.

L’argomento centrale del poema di Dante non riguardava tanto i tormenti dell’inferno quanto la forza dello spirito umano nell’affrontare qualsiasi sfida, anche la più terribile.

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