Katniss, ultima vincitrice degli Hunger Games, è tornata a casa, al Giacimento del Distretto 12. Con lei Peeta, il ragazzo che non smette di amarla. La vita sembra voler tornare alla normalità, ma quella del Distretto non è più la solita esistenza: le strade si riempiono di nuovi Pacificatori, i temibili servitori della dittatura, e Snow tiene sotto controllo ogni sua mossa, pronto a placare gli animi ribelli.

 

Se la gente ha coraggio, questa potrebbe essere un’opportunità.

 

 

Perché Katniss non è più una ragazza qualunque del Distretto, non è nemmeno una semplice vincitrice dei giochi organizzati ogni anno da Capitol City per ricordare la supremazia su tutti gli altri distretti.

Katniss è diventata qualcosa di più, Katniss è la ragazza di fuoco, è una ghiandaia imitatrice, è il simbolo della rivolta.

E questo è ben chiaro al Presidente Snow che, minaccioso e glaciale, tenta ad ogni costo di far soccombere quella scintilla che la ragazza è riuscita ad accendere.

 

Katniss Everdeen, la ragazza di fuoco. Lei ha acceso una scintilla che, se lasciata incustodita, può crescere e trasformarsi in un incendio che distruggerà Panem.

 

E poi accade l’impossibile: un nuovo anno, una nuova edizione degli Hunger Games. Un’edizione speciale, quella della memoria.

I tributi saranno scelti tra i vincitori: un modo per ricordare a tutti i distretti che nessuno può davvero vincere contro Capitol City.

 

I vincitori sono i più forti tra noi. Sono quelli che sono sopravvissuti all’arena e si sono sfilati il cappio della povertà che strangola tutti gli altri. Loro sono l’autentica incarnazione della speranza là dove la speranza non esiste. E ora 23 di noi verranno uccisi per dimostrare che persino quella speranza era un’illusione.

 

Ecco che Katniss ripiomba nell’incubo dell’arena: un luogo costruito da strateghi, pieno di insidie e pericoli per scaldare ed emozionare gli animi degli spettatori, la futura tomba per un gruppo di uomini e donne, tutti tranne uno, il nuovo vincitore.

Non più sola, ma con degli alleati, Katniss affronta le trappole mortali progettate contro di loro, combatte ibridi e cerca di sopravvivere al gioco, fino a quando una frase di Haymitch, il suo mentore, riecheggia nella sua mente: “cerca di ricordarti chi è il vero nemico”.

 

A un certo punto devi smettere di correre e voltarti e affrontare chi ti vuole morto. Il difficile è trovare il coraggio di farlo.

 

Una freccia viene scoccata dal suo arco, una freccia puntata non contro qualche avversario nell’arena come lei, ma verso un avversario più in alto, verso la cupola che li contiene, verso Capitol City.

Il boato è agghiacciante, tutto sembra perduto, Katniss viene prelevata da un hovercraft, preparandosi a ricevere una pena esemplare da Capitol City per aver distrutto, ancora una volta, i loro giochi.

 

A volte succedono cose che non si è preparati ad affrontare.

 

E, infine, la terribile scoperta: il piano, sapientemente architettato, per far scoppiare, da quella piccola scintilla da lei provocata, un vero e proprio incendio, una rivolta, una ribellione in grado di sovvertire il potere e di distruggere definitivamente il Presidente Snow e la sua dittatura.

E la sua casa, il suo Distretto 12, tutti i suoi vicini di casa, amici, conoscenti… tutto distrutto dalle bombe di Capitol City.

E Peeta, il ragazzo per cui Katniss era pronta a dare la vita, rapito dai Pacificatori.

 

 

L’uccello, la spilla, la canzone, le bacche, l’orologio, il pane tostato, il vestito consumato dal fuoco. Io sono la ghiandaia imitatrice. Quella che è sopravvissuta nonostante i piani di Capitol City. Il simbolo della ribellione.

 

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