Ci sei ovunque, dove un tempo

io sapevo che c’eri, e ti vedevo, e t’amavo:

e sempre mi saluti con la strada e col bosco,

e la città e il villaggio, giorno e notte ti chiamano,

e la montagna autunnale e la neve

d’inverno, e le riviere e i sibili dei treni

e ovunque il mio lontano desiderio trepidi

da queste venticinque primavere

e dall’estate che è ancora infiammata

dalla follia che resiste.

Tu ci sei: dappertutto: una pioggia

di fiori spegne la mia vita, o mia

gioventù, mia freschezza, gioia mia:

e tutto e dappertutto mi aggredisce con te,

ma si leva dolente il mio lamento sempre:

che cosa sono questi dappertutto:

dappertutto non c’è.

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