Recensione di Chiara Pibiri.

Il vicequestore Marco Gottardi, grazie alle sue doti poliziesche, viene nominato capo della “Squadra Investigativa Crimini Efferati”, che ha il compito di occuparsi di quei casi più brutali, quelli che potrebbero creare una situazione di disagio tra la popolazione.

Egli viene incaricato di scegliere accuratamente la propria squadra, essendo la sua divisione implicata in situazioni particolarmente spietate e atroci, e ciò che dovranno compiere questi uomini non dovrà essere guidato da un puro sentimento di vendetta per dare giustizia alle vittime.

 

“Ho bisogno di una persona equilibrata, perché i crimini su cui sarete chiamati a indagare saranno particolarmente brutali. E nessuno di noi vuole una squadra di giustizieri o di vendicatori.”

 

Dopo aver indagato in merito al caso di un presunto suicidio di un regista, Gottardi deve indagare su un fatto ancora più spietato: la morte di un bambino.

 

Khaled non è il primo e non sarà l’ultimo.

 

Questi crimini, che all’apparenza sembrerebbero non essere collegati fra loro, nascondono in realtà un filo che inevitabilmente li unisce. Ma chi c’è dietro a questi omicidi?

Grazie alle doti straordinarie dei suoi collaboratori, il vicequestore riesce a proseguire con le indagini. L’aiuto, però, viene fornito soprattutto da un’associazione segreta, nominata ARCO, la quale non è solita utilizzare i comuni mezzi di indagine…

 

“Ti sarai domandato chi siamo. Noi siamo i buoni e sappiamo in cosa sei coinvolto.”

 

Biografia dell’autore

Fernando Santini lavora per un gruppo bancario italiano. Pubblica il suo primo libro “Tutta colpa delle favole” per poi iniziare la serie “SICE”, la cui prima pubblicazione è “Le bambole non hanno diritti”.

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