Oggi, si sa, il web è una vetrina molto semplice da allestire: creare un blog, un sito o una pagina è veloce ed intuitivo, crearsi il proprio seguito di fedelissimo follower forse non è così immediato, ma chiunque (davvero chiunque) può esporsi all’utenza e condividere ciò che più desidera (opinioni e idee, foto, informazioni…).

 

CHI SONO GLI YOUTUBER

 

Ma veniamo alla questione: chi sono questi youtuber e che cosa fanno? Chi ha familiarità con il sistema YouTube non ha bisogno di grandi spiegazioni. Questi sono infatti ragazzi e ragazze di ogni età che, davanti ad una telecamera, danno mostra di sé e di ciò che sanno (o non sanno) pubblicamente, in modo ironico o serio, a seconda delle tematiche affrontate.

Spesso per molti diventa un vero e proprio lavoro, talvolta redditizio, che regala un’immensa popolarità a chi sa come sfruttarlo. In particolare, questi youtuber di cui parliamo oggi, amano raccontarsi e raccontare la propria vita, le loro esperienze e passioni al pubblico di Internet.

 

IL FENOMENO

 

La questione però è andata oltre: esemplare, infatti, è il caso di “Sotto le cuffie”, l’autobiografia di Favij (Lorenzo Ostuni) pubblicata da Mondadori Electa, che è riuscita a vendere oltre 75.000 copie! Numerosi poi sono i titoli che si possono citare (e che in media vendono sulle 30.000 copie): “Youdream” di Alberico De Giglio, “Lo volevo veramente” di Antony Di Francesco o “Il mio libro sbagliato” di Greta Menchi, per fare qualche esempio.

Il passaggio è facile: seduto davanti ad una videocamera mi riprendo, racconto in modo efficace e coinvolgente la mia vita, ci ironizzo o faccio riflettere; i ragazzi della mia età si sentono emotivamente vicini a ciò che penso e faccio, mi seguono e si sentono sempre più interessati; gli editori notano che il numero di visualizzazioni è elevatissimo (molto più delle copie del romanzo che stanno vendendo, ad esempio) e decidono di bussare alla mia porta; il mio pubblico non è potenziale (come quello degli altri scrittori), ma reale: ho già chi mi segue e so quanti saranno disposti a leggermi (dopo aver passato così tanto tempo ad ascoltarmi).

Un altro caso eccezionale in termini di successo è stato quello di Marzia Bisognin, ventidue anni e un canale YouTube chiamato “CutiePieMarzia” seguito da oltre 5 milioni di utenti. Gli argomenti? Moda, viaggi, cani e vita amorosa. Lei ha però rifiutato, per ora, di scrivere un’autobiografia (a 22 anni cosa potrebbe dirci?), ma un suo titolo ha già spopolato: si tratta di un romanzo horror accolto con grandissimo entusiasmo dai fan.

 

I NUOVI SCRITTORI?

 

Qualcuno li ha definiti “libroidi” (termine coniato da Gian Arturo Ferrari, vicepresidente di Mondadori Libri, e che indica quei libri che vengono pubblicati non tanto per il loro contenuto, quanto per la fama dei loro autori), altri hanno parlato di YouTube come di una “fabbrica di scrimostri”… ma analizzando il fenomeno ci rendiamo conto di come questo sia un altro modo ingegnoso di accaparrarsi vendite e classifiche, raggiungendo (nel bene o nel male) un numero molto più elevato di lettori. Anche se vorrei ricordare che tendenzialmente questo pubblico di ragazzini risulta essere abbastanza volubile, persegue le mode che, come si sa, cambiano e lo fanno prima ancora che ci si possa rendere conto di seguirne una.

Insomma, un nuovo business vantaggioso ed efficace per raggiungere quel pubblico più difficile, composto da ragazzini e adolescenti, spesso attento ad altre questioni e, soprattutto, inghiottito dalla tecnologia; e, ancora una volta, è proprio quest’ultima a venire in aiuto ad un sistema editoriale che, purtroppo, perde sempre più colpi: è per questo motivo che si decide di puntare sulle “star del web” che hanno già una (quasi) certezza di vedere numeri più consistenti.

Spulciando qua e là nel web (giusto per stare in tema) ho letto moltissime critiche a questo fenomeno: personalmente ritengo che quello degli youtuber sia un tentativo del mondo editoriale per evitare di affondare, schiacciato dall’avanzare di altri modi, più diretti e a volte più efficaci, di raccontare.

Ma, come tutte le cose, fa paura l’abuso che se ne potrà fare: ben venga, dunque, l’avvicinare alla letteratura (per vie un po’ traverse) un’intera fascia di età solitamente restia quando si tratta di libri, ma occorre poi indirizzare questi nuovi entusiasti lettori verso qualcosa di meno commerciale e realmente letterario.

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