Non so dove sto andando, so solo che devo correre. Ho paura. Sono consapevole che non devo rallentare, ma non ce la faccio più, non sono allenata, non ho più respiro.

 

Una corsa disperata apre questo romanzo carico di tensione ed eventi drammatici che, lentamente, si disvelano al lettore grazie ad una serie di ricordi frammentari della protagonista e di flashback che ricostruiscono, un passo alla volta, le vicende.

 

Al principio è lontano e quasi non me ne accorgo. Successivamente si fa sempre più insistente. Uno strano bagliore ad intermittenza inizia a infastidirmi. Mi serve un po’ di tempo per mettere a fuoco, ma infine inizio a scorgere una luce che mi si sposta dinanzi. Poi di nuovo si fa buio.

 

 

Sara è una ragazza indipendente, libera dalle convenzioni che attanagliano la famiglia, coraggiosa e determinata: un lavoro d’ufficio, una nuova casa in cui abitare, un gatto di nome Scheggia per avere la giusta compagnia, una storia d’amore finita dolorosamente da scrollarsi di dosso, la passione per il cinema e la scrittura.

Ma tutto viene sconvolto in una notte terribile di cui la protagonista non ha alcun ricordo: trovata ferita e svenuta in mezzo alla strada, viene soccorsa da Roberto, il tenente affascinante dagli occhi azzurri. Da questo momento in poi i terribili fatti accaduti si mischiano in un vortice confuso, intercalati da incubi ancora più angoscianti, fino a quando un omicidio viene scoperto.

 

Mi risveglio sempre sudata e terrorizzata per gli incubi ormai sempre più frequenti, ma che non aggiungono mai niente di nuovo a quel poco che ricordo.

 

Lentamente gli eventi passati si affacciano nel presente e, grazie all’aiuto di qualche indizio sparso qua e là, Sara incomincia a incastrare i tasselli del fitto mistero: l’incontro casuale con l’ex fidanzato Marco che li fa riavvicinare in una serata dal ricordo sfocato, la conoscenza di Giorgio, ragazzo strano e assillante, durante la vacanza a Venezia, messaggi nella segreteria telefonica che pian piano aiutano a ricostruire gli ultimi giorni prima di quella notte.

 

Tutto il dolore che pensavo rimosso, sepolto da una grandissima guarnitura di falsa convinzione di averlo dimenticato, si è ripresentato alla mia porta come un’enorme pugno in faccia. Quel sentimento di odio amore non si era per niente sopito.

 

 

Solo grazie alle indagini portate avanti da Roberto, sempre più coinvolto dalla ragazza, il mistero si disvela, portando alla luce le terribili verità sopite nell’amnesia, che potrebbero causare stravolgimenti incredibili nella vita di Sara.

 

Tutto quello che ricordo degli istanti successivi sono solo urla gridate, urla soffocate dal pianto, urla che chiedono una spiegazione. Le grida provengono dal mio corpo, dal mio cervello, dal mio stomaco, dalla mia anima.

 

NOTE BIOGRAFICHE DELL’AUTRICE

Michela Belotti, classe 1983, è nata a Bergamo e vive ad Almenno San Bartolomeo, ai piedi delle valli bergamasche. Dopo essersi diplomata in Ragioneria ha intrapreso studi umanistici spinta dalla passione per la letteratura e il giornalismo. Ha scritto articoli e rubriche di vario taglio per alcuni giornali della provincia. La corsa è il suo romanzo d’esordio.

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