Giovanni Pascoli è sicuramente uno degli scrittori più importanti della nostra storia letteraria, appartenente alla corrente decadentista; oltre ad esercitare la sua attività in qualità di poeta, è stato un importante accademico dell’Ottocento.

Giovanni Pascoli con la sorella Maria

Giovanni Pascoli con la sorella Maria

Il poeta è poeta, non oratore o predicatore, non filosofo, non istorico, non maestro, non tribuno o demagogo, non uomo di stato o di corte. E nemmeno è, sia con pace del maestro Giosuè Carducci, un artiere che foggi spada e scudi e vomeri; e nemmeno, con pace di tanti altri, un artista che nielli e ceselli l’oro che altri gli porga. A costituire il poeta vale infinitamente più il suo sentimento e la sua visione, che il modo col quale agli altri trasmette l’uno e l’altra […] (G. Pascoli – da Il fanciullino)

Giovanni Pascoli nasce nel 1855 a San Mauro di Romagna in una famiglia agiata; ben presto però la famiglia viene privata del padre, ucciso quando Giovanni aveva soli undici anni; questo evento lasciò un profondo trauma nella sua vita e, inoltre, la famiglia cominciò a subire una serie impressionante di lutti (la sorella e i fratelli di tifo e meningite, la madre per un attacco di cuore…).

Il ricordo è poesia, e la poesia non è se non ricordo.

 

Pascoli da bambino (il primo sulla destra) con il padre e i fratelli

Pascoli da bambino (il primo sulla destra) con il padre e i fratelli

Il giovane poeta sembra affrontare queste tragedie in modo tenace, si impegna a terminare gli studi liceali e a trovare i mezzi per proseguire con quelli universitari; con una borsa di studio di 600 lire riuscì a iscriversi all’Università di Bologna, dove uno dei maestri fu Giosuè Carducci. Qualche tempo dopo, accusato di aver partecipato ad una protesta contro la condanna di alcuni anarchici, Giovanni Pascoli venne arrestato.

Una volta assolto, riprende con vigore gli studi, laureandosi nel 1882; intraprende quindi la carriera dell’insegnamento, ottenendo la cattedra di latino e greco nei licei di Matera e Massa.

Il prossimo ottobre andrò professore, ma non so ancora dove: forse lontano; ma che importa? Tutto il mondo è paese ed io ho risoluto di trovar bella la vita e piacevole il mio destino.

Inizia anche la collaborazione con la rivista “Vita nuova”, sulla quale vengono edite le prime poesie della raccolta “Myricae”. Venne addirittura chiamato a Roma per collaborare con il Ministero della pubblica istruzione; qui conosce Gabriele D’Annunzio.

 

Il poeta, se è e quando è veramente poeta, cioè tale che significhi solo ciò che il fanciullo detta dentro, riesce perciò ispiratore di buoni e civili costumi, d’amor patrio e familiare e umano.

Nel 1895 ottiene la nomina a professore universitario, trasferendosi in diverse città (Bologna, Messina e Pisa): mai però egli riuscì a legarsi alla vita moderna della città, rimanendo fortemente ancorato a quella agreste del suo mondo natio; anche nella sua poetica gli unici temi che ritroviamo sono costruiti su questo nido familiare, che fu tutto il suo microcosmo.

Il poeta è colui che esprime la parola che tutti avevano sulle labbra e che nessuno avrebbe detta.

pascoli-mariù

Col passare degli anni, le condizioni politiche del periodo e gli eventi privati lo gettano in un profondo pessimismo e in una grave depressione, fino all’alcool; unica consolazione rimane la poesia. A Pascoli viene diagnosticata la cirrosi epatica e, all’età di soli 56 anni, muore di tumore allo stomaco.

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