Romanzo cinico, spietato, vagheggiante nella sua essenza più profonda, mette in mostra le fantasie romantiche e le ambizioni di ricchezza della protagonista, un’affascinante ragazza di campagna, Emma Rouault, che finisce per sposare il medico Charles Bovary, piegandosi ad una vita mediocre e spenta rispetto a quanto letto nei suoi libri preferiti.

Prima di sposarsi, essa aveva creduto di sentire amore; ma la felicità che doveva nascere da questo amore non era venuta; dunque s’era sbagliata, pensava. E Emma cercava di sapere che cosa si intendesse di preciso nella vita, con le parole felicità, passione ed ebbrezza, che le erano sembrate così belle nei libri.

Nonostante l’amore devoto del marito, Emma Bovary persegue amori impossibili, si lascia andare a passioni sfrenate che minano l’integrità e devastano gli animi, ricerca il lusso e spende soldi che il marito, con la sua professionalità così poco redditizia, non riesce a guadagnare, scontrandosi con una realtà soffocante che non lascia spazio alle fantasie adolescenziali.

E non vi sembra poi che lo spirito vaghi più libero su quella distesa senza limiti, dove l’anima nella contemplazione s’innalza e raggiunge idee d’infinito, d’ideale?

Madame Bovary è un’eroina, a suo modo, proprio come quelle di cui si narra nella letteratura di tutti i tempi, ma un’eroina che non vince se stessa, ma si abbandona, ineluttabilmente, ad una vita fatta di vizi e tradimenti, ipocrisie, cattiveria, disprezzo…

Che felicità a quel tempo! Che libertà! Che speranza! Che abbondanza d’illusioni! Non ne restavano più ora! Essa le aveva spese in ogni avventura dell’anima, in tutte le condizioni che si erano susseguite, nella verginità, nel matrimonio e nell’amore; perdendole così di continuo lungo la vita, come un viaggiatore che lascia qualcosa della sua ricchezza in ogni albergo della strada.

Ad ogni sguardo amorevole del marito corrisponde un’occhiata di odio della moglie, ad ogni premura di lui, una negligenza di lei, ad ogni cura devota di Charles, un egoismo riprovevole di Emma.

L’amore doveva sopravvenire improvviso, con gran lampi e folgorazioni: uragano dei cieli che cade sulla vita, la sconvolge, strappa via le volontà come foglie e trascina nell’abisso l’intiero cuore.

Flaubert ci accompagna in un viaggio di dissolutezza senza alcun confine, dove le azioni deleterie della protagonista si scontrano con la rettitudine e l’onestà del marito, dissacrando i valori familiari e morali di ogni lettore.

Madame Bovary ha una perfezione che non solo la distingue da tutti gli altri romanzi, ma quasi lo isola; se ne sta lì, inavvicinabile nella sua autorità suprema, che sfida qualsiasi giudizio, e allo stesso tempo lo stimola.

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