Quanti di voi, leggendo questo titolo, già si prefigurano Leonardo Di Caprio, bellissimo, nel suo smoking nero, col bicchiere di champagne in mano che ammicca sorridente?
Pressappoco l’immagine che ci regala il libro è la stessa: Gatsby, affascinante, un giovane uomo che si è costruito quest’immagine misteriosa, di cui nessuno sa la verità e sul quale girano molte voci discordanti su un passato poco chiaro e pulito.

Gatsby, ricco e appariscente, con quella sua auto che si riconosce a distanza, organizza feste splendente e sfarzose, piene di gente perbene e fanciulle pronte a calarsi nei festeggiamenti più sfrenati a suon di orchestre, cibo raffinato e preziose bottiglie di champagne.
Lusso, gioielli, soldi e ipocrisia sono gli ingredienti di questo mondo fatto di nobili snob, tutti impegnati a far trascorrere le loro vite, composte di menzogne nascoste dietro veli, tra vizi e passatempi consoni al loro gradino sociale.
Gradino dal quale basta poco per cadere.

Gatsby non è come loro. Apparentemente sovrasta tutti con le sue doti di gentiluomo, ma dietro a quel sorriso si cela un passato difficile, pieno di affanni per guadagnarsi una posizione, per ottenere le lusinghe di quella vita tanto agognata.
Non per sé.
Agognata per un amore. Un amore impossibile di una donna irraggiungibile.
Il giovanissimo Gatsby imposta così la sua vita, per ottenere l’unico mezzo col quale guadagnare da lei gli stessi sentimenti da lui provati: i soldi.

“Ma il cuore gli era agitato da una rivolta continua, turbolenta. La notte, nel letto, lo perseguitavano le ambizioni più grottesche e fantastiche, il cervello gli tesseva un universo di sfarzo indicibile, mentre l’orologio ticchettava sul lavabo e la luna gli intrideva di luce umida gli abiti. Ogni notte alimentava le sue fantasie finché la sonnolenza si abbatteva con un abbraccio dimentico su qualche scena vivace.”

E’ un crescendo verso la follia, la verità.
Che poi la verità è follia.
Un amore mai finito, una passione mai estinta, un sentimento infinito e senza limite, un ricordo che torna a vivere, seppur diverso, seppur in modi nuovi, quasi estranei.
Una giovinezza che ritorna, coi suoi affanni e i suoi sapori.
Ma niente è come prima, tutto passa e niente torna. Non per davvero.

Rimane l’illusione di poter stringere ancora tra le dita un dolce sogno di anni prima, e poi la disillusione, e poi più nulla.
E’ qualcosa di strano, il ricordo.
Ci fa credere di poter far rivivere qualunque cosa.
Ci convince dell’impossibile, ci porta alla pazzia, perché una stella che si spegne non può più tornare a brillare.

“Perfino in quel pomeriggio dovevano esserci stati momenti in cui Daisy non era riuscita a stare all’altezza del sogno, non per sua colpa, ma a causa della vitalità colossale dell’illusione di lui che andava al di là di Daisy, di qualunque cosa. Gatsby vi si era gettato con passione creatrice, continuando ad accrescerla, ornandola di ogni piuma vivace che il vento gli sospingesse a portata di mano. Non c’è fuoco né gelo tale da sfidare ciò che un uomo può accumulare nel proprio cuore.”

Rimane l’illusione di poter far parte di quel mondo meschino, ma Jay non è come loro.
Jay è diverso, è un buono, e nessuno l’ha mai capito. La disperazione percepita dall’unico vero amico risuona nelle ultime pagine di questo romanzo.

“Sono un branco di porci” gridai attraverso il prato. “Tu da solo vali più di tutti quanti messi insieme” […] Incominciai a provare una sensazione di sfida, di solidarietà sprezzante tra Gatsby e me contro tutti loro.

E alla fine l’unica sensazione che ci rimane è quella di malinconia.
Il vuoto del silenzio, anche dentro l’eccesso.
Una riflessione triste, una vita spesa per farsi amare dagli altri, e alla fine nessuno si ricorda del tuo nome. Nessuno rimane al tuo fianco, quando non ci sono più soldi che illuminano il buio di questa esistenza. Solo lui è riuscito ad innalzarsi sopra tutti gli altri omuncoli, in grado di muoversi a seconda del vento che tira.

“Ho trovato questo libro per caso. Non fa vedere com’era? Jimmy non poteva non avere successo. Prendeva sempre qualche decisione del genere. Avete notato che importanza dava alla cultura? E’ sempre stato grande per questo.”

E Jay non poteva che essere tale.
Jay sì che è stato un grande uomo.
Il grande Gatsby.

 

FRASI

  • E così col sole e le grandi esplosioni di foglie che crescevano sugli alberi, proprio come crescono le cose nei film accelerati, mi venne la solita convinzione che la vita ricominciasse con l’estate.
  • “Bene” dissi “sono contenta che sia una bambina. E spero che sarà stupida: è la miglior cosa che una donna possa essere in questo mondo, una bella piccola stupida.”
  • Ciascuno si sospetta dotato di almeno una delle virtù cardinali, ed ecco la mia: sono una delle poche persone oneste che io abbia mai conosciuto.
  • Di solito frequento sempre estranei perché mi lascio trascinare qua e là per cercar di dimenticare la cosa triste che mi è successa.
  • Era stato così a lungo pieno di quest’idea, l’aveva sognata in tutto il suo svolgimento e aspettata a denti stretti, per così dire, arrivando a un livello inconcepibile di intensità. Ora, per reazione, si stava scaricando come un orologio dalla molla troppo tesa.
  • La vita ricomincia sempre quando si rapprende in autunno.
  • Erano gente sbadata, Tom e Daisy: sfracellavano cose e persone e poi si ritiravano nel loro denaro o nella loro ampia sbadataggine o in ciò che comunque li teneva uniti, e lasciavano che altri mettessero a posto il pasticcio che avevano fatto…
  • C’è sfuggito allora, ma non importa: domani andremo più in fretta, allungheremo di più le braccia… e una bella mattina… Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato.

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