Émile Zola è stato uno scrittore e giornalista, oltre che saggista e critico letterario, considerato il padre del naturalismo francese.

Émile Zola nasce a Parigi nel 1840; i primi anni di vita vedono la sua famiglia protagonista di alcuni spostamenti lungo il paese, fino a quando il padre muore nel 1847; Zola inizia a studiare presso la Pension Notre-Dame, dopo aver ricevuto l’istruzione di base a casa da parte della madre e della nonna.

Dopo la scuola elementare, inizia il percorso presso il Collège Bourbon, dove si appassiona sempre di più alla letteratura; probabilmente in questo periodo inizia anche a comporre alcuni testi, di cui però non è rimasto nulla; stringe anche amicizia con Paul Cézanne.

A seguito di battaglie legali per via della situazione economica sempre più disastrata che ha colpito la famiglia, Zola lascia la Provenza, trasferendosi nella capitale, dove inizia a frequentare il Lycée Saint-Louis. All’ultimo anno di scuola, viene colpito da tifo, malattia che lo costringe a letto per intere settimane in uno stato di delirio, rischiando addirittura la morte.

 

La passione è ancora ciò che aiuta a vivere meglio.

 

Ancora giovanissimo, Zola inizia a pubblicare le sue prime opere, che risentono di una forte influenza romantica, su “La Provence”: un poemetto intitolato “Le canal Zola”, il poemetto “Mon follet” e il racconto “La Fée amoureuse”. Si appassiona anche al teatro e compone alcuni drammi, come ad esempio “Rollon l’Archer”.

Nonostante la scrittura sia la sua vera vocazione, inizia a lavorare alla dogana per aiutare economicamente la propria famiglia, un lavoro che gli regala solo frustrazione ed amarezza.

 

Quando, curvo sul leggio, scrivendo senza sapere cosa, dormo pur essendo sveglio, come inebetito, un fresco ricordo attraversa talvolta all’improvviso il mio spirito, una delle nostre gite gioiose, uno dei luoghi che ci piacevano tanto, e provo una terribile stretta al cuore. Alzo gli occhi e vedo la triste realtà; la stanza impolverata, colma di vecchie carte, popolata da una folla di funzionari per la maggior parte stupidi.

 

Zola continua a scrivere poesie e poemetti e si avvicina in modo particolare al positivismo, seguendo alcune conferenze in cui si esprime l’esigenza di una connessione tra opera d’arte e scienza; ogni testo, infatti, dev’essere analizzato o anatomizzato, essendo un prodotto dell’ambiente in cui si è formato.

 

La lettura le aprì orizzonti romanzeschi che ancora ignorava; finora aveva amato soltanto con il sangue e con i nervi; cominciò ad amare con la testa.

 

Nel 1862 inizia a collaborare con la casa editrice Hachette in qualità di fattorino, fino a quando non ottiene l’incarico di scrivere gli articoli del mensile Bulletin du libraire et de l’amateur de livres; propone addirittura una collana per soli libri di esordienti, idea che però non viene accolta; viene però premiato con la promozione a direttore della pubblicità.

Nel 1863 inizia la carriera di giornalista presso il Journal populaire de Lille fondato da Géry Legrand, sul quale pubblica il primo testo della nuova estetica naturalista: la letteratura deve adeguarsi al progresso, le cui redini vengono guidate dalla scienza; non c’è più spazio per un’arte falsa e ricca di menzogne, occorre un nuovo modo di fare poesia, che dipinga la verità della realtà.

 

Sì, l’umanità procede verso la città ideale. La scienza le spiana la via; la poesia, nei secoli nuovi che si preannunciano, non saprebbe restare l’eterna ignorante dei secoli passati.

 

Scrive tuttavia nove racconti dei “Contes à Ninon”, che rifuggono da questa poetica del vero. Nel 1865, oltre alle sue sperimentazioni teatrali, pubblica il romanzo a tratti autobiografico e naturalista “La Confession de Claude”; è con quest’ultima pubblicazione che Zola inizia a conoscere il primo vero successo letterario; si allontana inoltre dalla casa editrice Hachette per dedicarsi totalmente al giornalismo. Per far fronte alle esigenze economiche, si occupa della stesura di un romanzo storico ambientato a Marsiglia e commissionato da Léopold Arnaud, direttore de “Le Messager”, opera che verrà definita come la nascita del naturalismo, essendo essa una vera e propria analisi della società.

 

Ho una sola passione, quella della luce in nome dell’umanità che ha tanto sofferto e che ha diritto alla felicità.

 

Pubblica quindi il romanzo “Thérèse Raquin”, di cui rimane abbastanza soddisfatto, nonostante esso non riesca a sopperire alle difficoltà economiche sempre presenti.

Nasce in lui l’interesse politico, ben espresso in numerosi interventi di stampo giornalistico su diverse riviste. Progetta anche un ciclo di dieci romanzi raccolti sotto il titolo “Histoire d’une famille”.

 

Non ci sono mai troppi libri. Ce ne vogliono ancora, e ancora. E’ con il libro, e non con la spada, che l’umanità vincerà la menzogna e l’ingiustizia, conquisterà la pace finale della fraternità tra i popoli.

 

Zola muore nel 1902, ufficialmente a causa delle esalazioni di una stufa durante la notte, all’età di 62 anni.

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