SALVATORE QUASIMODO Leggere - Facile Febbraio 1, 2019 Autori Salvatore Quasimodo, esponente importante dell’ermetismo, è stato un poeta italiano, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1959. In un tempo in cui la poesia trova difficile adeguarsi al cocente richiamo delle circostanze, Quasimodo ha creato uno strumento che risponde alla maggior parte dei bisogni. Egli è insieme sottile e profondo, altamente personale e voce di milioni, italiano ed europeo. La sua esperienza è familiare a quasi tutti gli uomini e le donne, ma egli l’ha resa più vera per loro con la sua visione personale. (Maurice Bowra) Salvatore Quasimodo nasce a Modica nel 1901, ma pochi giorni dopo la sua nascita, si trasferisce a Roccalumera, dove trascorre tutta la sua infanzia e adolescenza. Dopo le scuole elementari, frequenta dapprima l’Istituto Tecnico Matematico-Fisico di Palermo e, successivamente, l’Istituto A. M. Jaci di Messina. Fonda la sua rivista letteraria, il “Nuovo Giornale Letterario”, dove pubblica i suoi primi versi. Si iscrive alla facoltà di Ingegneria, ma purtroppo non porta a termine gli studi a causa di problemi economici che lo costringono a lavorare come disegnatore tecnico e, poi, come impiegato presso un grande magazzino. Dolore di cose che ignoro mi nasce: non basta una morte se ecco più volte mi pesa con l’erba, sul cuore, una zolla. Le condizioni svantaggiose in cui Quasimodo versa si risolvono quando viene assunto dal Ministero dei lavori pubblici e assegnato come geometra al Genio Civile di Reggio Calabria, periodo durante il quale scrive la poesia “Vento a Tindari”. Comincia a frequentare salotti letterari e importanti personalità artistiche, quali Elio Vittorini e Eugenio Montale. La sua prima raccolta è intitolata “Acque e terre” e viene pubblicata nel 1930: essa è incentrata sulla sua terra natale, la Sicilia, simbolo di una felicità ormai perduta cui si contrappone l’asprezza della condizione presente, dell’esilio in cui il poeta è costretto a vivere. A te piega il cuore in solitudine, esilio d’oscuri sensi in cui trasmuta ed ama ciò che parve nostro ieri, e ora è sepolto nella notte. Nella seconda raccolta “Oboe sommerso” raccoglie tutte le poesie scritte tra il 1931 e il 1932; in queste liriche troviamo ben chiara la sua adesione all’ermetismo: egli infatti utilizza un linguaggio ricco di analogie per descrivere la ricerca della pace interiore attraverso il rapporto col divino. Inizia a lavorare per Cesare Zavattini in un’impresa di editoria e collabora con la rivista “Letteratura”. Nel 1938 pubblica la raccolta “Poesie” e, qualche anno dopo, intraprende la carriera di insegnante di Letteratura italiana presso il Conservatorio di musica Giuseppe Verdi di Milano. Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera. Nel 1942 pubblica l’antologia poetica “Ed è subito sera”, seguita da “Con il piede straniero sopra il cuore”, dove emerge tutto il suo impegno sociale. Vincitore di numerosi premi, tra i quali spicca il premio Viareggio, e dopo aver ottenuto le lauree honoris causa dalle Università di Messina di Oxford, a Quasimodo viene assegnato il premio Nobel per la letteratura nel 1959 “per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi”. Per averti ti perdo, e non mi dolgo: sei bella ancora, ferma in posa dolce di sonno: serenità di morte estrema gioia. Nel 1968, mentre si trovava a Napoli in occasione di una premiazione poetica, Quasimodo viene colpito da ictus e, poche ore dopo, perde la vita. Scrivi Cancella commentoLa tua email non sarà pubblicataCommentaNome* Email* Sito Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento. Hai disabilitato Javascript. Per poter postare commenti, assicurati di avere Javascript abilitato e i cookies abilitati, poi ricarica la pagina. Clicca qui per istruzioni su come abilitare Javascript nel tuo browser.