Quella di Irina è una storia commovente, quasi angosciante, come un coltello fatto di violenze che trapassa la mente al solo pensiero.

Una sofferenza inesprimibile, un male senza fine, un destino crudele e nessuna via di fuga sembrano gli ingredienti feroci che riempiono la vita della nostra protagonista.

Era sorprendente come Irina riuscisse ad alternare odio, rancore e sofferenza a gentilezza e spontaneità. In fondo era normale, era poco più che una bambina.

E poi un altro tipo di dolore, quello del senso di colpa, della vendetta contro noi stessi per qualcosa di sbagliato che ci attanaglia nelle sue grinfie ricordandoci ogni giorno gli errori commessi. Questa la vita del direttore d’orchestra Philippe, ormai avvolto nell’apatia più totale dopo la perdita dei suoi cari.

“Avevo accettato la proposta del dottor Ducrèe come fosse l’ultimo salvagente a disposizione di una nave che stava inevitabilmente affondando, ero entrato in un vicolo cieco. Non riuscivo a trovare nulla che mi permettesse di sentire ancora la vita dentro e fuori di me.”

Un esperimento, un progetto fuori dal comune, coinvolgerà entrambi.

Niente da condividere, se non una grande sofferenza che soffoca ogni speranza di serenità. Due mondi lontani, inavvicinabili, e troppe disillusioni.

Ma a volte accade che “la tristezza di una persona, se unita a quella di un’altra, crea una simbiosi positiva”, ed è esattamente questo ciò che comincia ad avvenire nelle loro vite.

A far da ponte una melodia, la Beethoven’s Silence, l’unico collegamento tra due cuori così lontani, l’unica via per comunicarsi l’affetto dimenticato da troppo tempo.

Il solo mezzo per parlare, non con le parole, ma attraverso la musica di un pianoforte, mediante le note delle sinfonie, il silenzio della notte rotto dalle melodie malinconiche di due destini sconvolti che si intrecciano in cerca di un appiglio a cui aggrapparsi per non affogare nel gelo dell’esistenza.

“Ho letto di grandi musicisti e ho sempre ritenuto che appartenessero a una casta privilegiata, con la fortuna di lavorare e vivere tra le note, le melodie, le poesie, i sogni… le speranze. Non riesco a capire cosa ti abbia indotto a smettere di sognare.”

 http://Beethoven’s Silence – Io sono Irina e sono Elise

Fuggire dunque dalla solitudine e dal doloro che attanaglia Irina e Philippe.

Due destini segnati che provano a riscriversi, cancellando faticosamente gli errori e gli orrori del passato.

Grandi storie d’amore si alternano a odio e violenza, sentimenti che riempiono la vita del criminale Danton, anch’egli rimasto affascinato e ossessionato dalla bellezza incantevole di Irina, la quale, costretta a nascondersi per non ricadere più in quel vortice di spietatezza, assumerà una nuova identità, quella di Elise, per ricostruire a poco a poco una nuova vita, una vita normale come quella di una comune adolescente.

Una storia originale e coinvolgente, ricca di suspense che ci accompagna fino al termine di questo emozionante romanzo, un libro travolgente quello della scrittrice Sonia Paolini.

1 – E’ la tua prima pubblicazione? In caso non lo fosse, quali altri testi hai scritto?

Buon giorno Elena e grazie per questa intervista.

Prima di Beethoven’s Silence nel dicembre 2012 ho pubblicato un romanzo, Sinnerman, edito in formato e-book dalla casa editrice Drops Edizioni, nel 2013 ho pubblicato due racconti, Nothing Else Matters e Sanctae Foedus Amicitiae, editi in versione cartacea dalla casa editrice Montegrappa Edizioni.

Prima del 2012 ho scritto diverse storie, ma sono ancora chiuse in un cassetto. Chissà…

2 – Com’è nata l’ispirazione per questo romanzo?

Ho sempre amato le storie estreme, le storie che, proprio per la loro esagerazione, mettono a nudo la poliedricità dell’essere umano.

Le vicende in cui i buoni non sono così buoni e i cattivi non sono così malvagi.

La violenza (su una giovane donna) e l’egoismo non potevano che essere ottimi pretesti per tirare fuori il peggio e il meglio dell’essere umano: rabbia, sofferenza, solitudine, senso di colpa, odio…

Mi piacciono altresì le storie in cui niente è scontato, in cui i colpi di scena si susseguono senza tregua, che, quando si crede di aver capito qualcosa, è proprio il momento in cui tutto viene ribaltato.

3 – Parliamo della figura di Danton: criminale spietato, ma anche uomo innamorato oltre ogni limite. Utilizza tutti i mezzi che ha per ritrovare Irina, non si dà pace fin quando non riesce nell’intento. In fondo anche lui soffre, una volta respinto dal suo grande amore. Dici che qualcuno potrebbe rimanere affascinato da questo personaggio o può suscitare solo odio e disprezzo nei lettori?

Quando ero giovanissima collezionavo i fumetti di Diabolik.

Mi affascinavano le storie del Re del Terrore perché, leggendole, mi sentivo divisa in due, come se la mia coscienza si scomponesse e la parte buona si scindesse da quella cattiva.

Una parte di me, forse quella cattiva, sperava che Diabolik superasse ogni ostacolo, che evadesse dal carcere quando la polizia lo catturava, l’altra, forse quella buona, invece, era felice se Ginko riusciva a fermarlo. E invidiavo Eva Kant perché era amata da un uomo, a mio parere, meraviglioso, per lui lei era tutto.

C’è un punto, all’inizio di Beethoven’s Silence, in cui la dottoressa La Mot confida a Philippe che essere amata da un uomo come Danton è il sogno di ogni donna.

Ho creato il personaggio di Danton facendomi guidare dai turbamenti provati da giovane nei confronti del Genio del Delitto. Sarei felice se anche gli eventuali lettori di Beethoven’s Silence percepissero le medesime emozioni di fronte al personaggio di Danton.

4 – Tra tutti questi amori (possessivo, ma se vogliamo anche protettivo, e pieno di attenzioni quello di Danton; maturo e affettuoso quello di Philippe; adolescenziale e talvolta titubante, rispetto a quello che può essere l’amore di un uomo, quello di Etienne), secondo te qual è quello che più rimane impresso?

Come autore della storia non sono in grado di essere imparziale.

Ogni personaggio è una mia creatura e non posso che amarli tutti.

Mi piace l’amore di Danton perché è un amore puro.

È un criminale, la sua vita è circondata di misfatti, ma per lui Irina è al di sopra di tutto.

La sublima ed è ossessionato dall’amore che prova per lei.

La chiude nella sua alcova e non permette neanche ai suoi fidati uomini di avere contatti con lei.

È un vero cavaliere, un perfetto galantuomo.

Mi piace l’amore di Philippe perché è un amore generoso, disinteressato, e lui è un amante gentile, affettuoso, comprensivo, il compagno che ogni donna vorrebbe al proprio fianco.

C’è infine l’amore di Etienne, l’amore impulsivo, irrazionale, furente, passionale.

L’amore di chi è disposto a tutto, anche a sacrificare la propria esistenza, per la felicità e la vita della donna che ama. Come non apprezzarlo…

L’unica cosa che potrei dire, per fornire una risposta più precisa, è che sarebbe bello per una donna avere al proprio fianco un uomo capace di amare come amano Danton, Philippe ed Etienne…

5 – Il progetto che i dottori decidono di attuare risulta molto originale. Secondo te, andando oltre i confini del romanzo, può essere realmente interessante operare in questo modo, mettendo in contatto pazienti che soffrono, per aiutarli a condividere il disagio e superare insieme le situazioni drammatiche in cui sono sprofondati?

Sebbene il progetto di cui parlo e da cui parte l’intera storia sia una mia creazione per articolare la trama e renderla interessante, non lo reputo improbabile e non mi sorprenderebbe se fosse un esperimento già realizzato da qualche dottore.

In effetti non sarebbe sbagliato aiutare le persone a superare le proprie sconfitte, i propri drammi fornendo una concreta e altruistica chance.

6 – Leggendo il libro, sono rimasta colpita dalle descrizioni dettagliate dei luoghi francesi in cui si svolge l’intreccio. Quale luogo ti è rimasto più nel cuore?

Sono stata spesso in Francia, in realtà la amo, e conosco ognuno dei luoghi che ho descritto nella storia.

Quello che più mi è rimasto nel cuore è Neuilly-sur-Seine.

Ricordo che la prima volta che ci sono andata, non mi ero neanche accorta di esserci…

Credevo di trovarmi nella periferia di Parigi, mentre ero già in un altro comune.

Neuilly sembra il proseguimento di Parigi, non c’è una vera e propria divisione tra i due contesti.

Ci si rende conto di essere in un altro posto solo perché i nomi delle vie dei due luoghi sono gli stessi.

 Neuilly è una Parigi piccola e tranquilla, una Parigi con poco traffico e tanto, tanto verde, una bomboniera.

7 – Come la potrebbero prendere, secondo te, i lettori scoprendo della storia d’amore che nasce tra una ragazza così giovane e un uomo adulto e perbene come Philippe?

Credo che nella fantasia di ogni giovane donna ci sia il desiderio di una storia d’amore con un uomo maturo. L’amore di un uomo maturo rappresenta protezione, conforto, romanticismo, un porto sicuro cui approdare.

Ho letto che gli psicologi riscontrano questo desiderio nelle donne cui è mancata la figura paterna. Infatti in Beethoven’s Silence Irina crea subito un profondo legame con il maturo Philippe perché vede in lui il padre che da anni non ha più.

Tuttavia, al di là della finzione della storia e delle eventuali carenze affettive, sin da bambina anche io ho fantasticato sul sentimento d’amore tra una giovane donna e un uomo adulto.

8 – Quale messaggio può trasmettere questa storia secondo te?

È sicuramente presuntuoso quanto sto per scrivere, però sarei felice se la mia storia fosse un monito sia per gli uomini maldisposti, che ricorrono alla violenza contro le donne, sia per coloro che nella vita antepongono loro stessi agli altri, che si disinteressano anche dei cari per soddisfare i propri desideri.

Un altro messaggio che sarei felice di trasmettere è di non scoraggiarsi mai, di credere che la vita conceda nuove opportunità, anche quando tutto sembra perduto e ineluttabile.

9 – Progetti futuri? Hai in cantiere qualche altro romanzo?

Da alcuni mesi sto scrivendo una nuova storia.

Protagonista è ancora una donna. Questa volta il romanzo è storico (1940/2007) e ambientato in Alabama, negli Stati Uniti.

Narra la lunga e difficile strada percorsa da una giovane afro-americana che lotta per il riconoscimento dei diritti civili dei neri e delle donne (nere e bianche) in un contesto internazionale ancora fortemente maschilista.

10 – Hai qualche riflessione da aggiungere?

Come diverse persone cui piace scrivere, sarei felice di vivere la scrittura come una professione e non solo come un piacevole hobby.

http://Beethoven’s Silence – Io sono Irina e sono Elise

 

BIOGRAFIA DELL’AUTRICE

Sonia Paolini è nata e vive in provincia di Roma insieme ai tre figli e al marito. Lavora in un’azienda di Roma e nel tempo libero si diletta nella scrittura. A dicembre 2012 ha pubblicato un romanzo in versione e-book (Sinnerman, casa editrice Drops Edizioni), nel 2013 ha pubblicato due racconti in versione cartacea (Nothing Else Matters, casa editrice Montegrappa, raccolta Mon Amour!, Sanctae Foedus Amicitiae, casa editrice Montegrappa, raccolta Mes Amis!) arrivati finalisti a due concorsi letterari indetti dalla casa editrice. Beethoven’s Silence ‘… io sono Irina e sono Elise…’, è il suo nuovo romanzo pubblicato a gennaio 2016 dalla casa editrice Lettere Animate.

 

SCHEDA TECNICA

Formato: E-Book; versione cartacea a breve

Dimensioni file: 612 KB

Lunghezza stampa: 362 pagine

Genere: Romanzo Rosa, Narrativa Contemporanea

Editore: Lettere Animate Editore (13 gennaio 2016)

Titolo: Beethoven’s Silence ‘… io sono Irina e sono Elise…’

Autore: Sonia Paolini

Lingua: Italiano

ISBN: 9788868826765

ASIN: B01AL0FNQY

Prezzo: 1,99 E

Alcuni link per l’acquisto:

http://www.mondadoristore.it/Beethoven-s-Silence-Io-sono-Sonia-Paolini/eai978886882676/

http://www.lafeltrinelli.it/ebook/sonia-paolini/beethoven-s-silence-io-sono/9788868826765

https://play.google.com/store/books/details/Sonia_Paolini_Beethoven_s_Silence_Io_sono_Irina_e?id=KkNgCwAAQBAJ

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata