Nel corso di un secolo questo romanzo, da leggere tutto d’un fiato, ripercorre le vicende che raccontano dell’ascesa della casata dei Florio, una povera famiglia calabrese che, dopo aver lasciato tutto quel poco che possiede nelle campagne calabre, abbandona quella terra per cercare fortuna altrove, precisamente a Palermo.

 

 

Cu nesci, arrinesci.

Chi esce, riesce.

(Proverbio Siciliano)

 

La città non accoglie a braccia aperte quei “portarrobbe” e “facchini” calabresi: Paolo e Ignazio, i due fratelli Florio, con tanti sacrifici e amarezza, riescono però a farsi strada grazie al lavoro duro e alla passione per la propria aromateria, che ben presto diventa punto di riferimento dell’intera città, mentre Giuseppina, moglie di Paolo, ma innamorata e ricambiata dall’amore proibito e onesto del cognato Ignazio, cresce il piccolo Vincenzo, la sua unica fonte di gioia.

 

Cu manìa ‘un pinìa.

Chi si dà da fare non patisce.

(Proverbio Siciliano)

 

Sarà proprio quel bambino, diventato nel corso degli anni un giovane adulto educato dallo zio ed esperto di mare e affari, a prendere in mano le redini dell’attività, soprattutto quando il padre Paolo, sopraffatto dalla malattia, lascerà lui e lo zio a cavarsela da soli. Col suo spirito imprenditoriale e uno sguardo puntato sempre più in là rispetto a quello degli altri, Vincenzo, estendendo gli affari verso diversi settori all’avanguardia, riuscirà a costruire un impero.

 

Se la felicità è questa, è strana, perché non pensava che potesse essere così bella e insieme fare tanto male. […] Sente di essere dove doveva arrivare, che tutto quello che è accaduto nella sua vita lo ha portato lì, ed è giusto, e non importano gli insulti e le invidie, perché è quello che ha scelto di essere. È il suo cammino.

 

Gli anni passano e le vicende di casa Florio si intrecciano con quelle storiche, come le proteste sociali che rivendicano migliori condizioni per tutti, i moti rivoluzionari del’48 e le lotte politiche per il predominio sull’isola e sull’Italia intera. Nonostante le ricchezze dei Florio aumentino sempre più col passare del tempo, la nomea che ha perseguitato Paolo e Ignazio prima, Vincenzo poi, non dà loro tregua.

 

[…] Ma sarebbe diventato ricco, ricco abbastanza da cancellare quell’aria di sufficienza e fastidio dalla faccia di persone come la baronessa Pillitteri.

 

Vincenzo, ormai importante e temuto uomo d’affari, caratterizzato da ira e orgoglio, si invaghisce di una giovane donna, Giulia, la quale viene sedotta e costretta ad una vita di umiliazioni per aver ceduto al suo amore. È proprio lei, con la sua determinazione, la sua intelligenza e il suo affetto, l’unica persona che riuscirà a stare accanto a Vincenzo per tutta la vita, donandogli infine gli eredi Florio.

 

Aveva saputo in quel momento che tutto stava per finire lì dov’era iniziato. Che tutto nella vita faceva il suo giro. E che quel giro sarebbe toccato anche a lui.

 

E Ignazio, quel bambino che porta il nome dello zio del padre, riuscirà finalmente a realizzare il sogno delle generazioni che, prima di lui, hanno combattuto per guadagnarsi un nome e un posto dignitoso nel mondo.

Ignazio Florio, un connubio perfetto tra la determinazione del padre, l’intelligenza della madre e il carattere gentile di colui del quale porta il nome.

 

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