Se pien d’alto disdegno e in me securo

Alteramente io parlo e penso e scrivo

Oltre l’etate e il vil tempo in ch’io vivo,

E piacer sozzo e vano onor non curo;

Opra è tua, Donna, e del celeste e puro

Foco che nel mio petto accese il vivo

Lume de gli occhi tuoi, che mi fa schivo

Di quanto parmi, al tuo paraggio, impuro.

Piacerti io voglio, nè piacer ti posso,

Fin ch’io non sia, negli atti e pensier miei,

Mondo così ch’io ti somigli in parte.

Così per la via alpestra io mi son mosso:

Nè, volendo ritrarmene, il potrei;

Perchè non posso intralasciar d’amarte.

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