Un breve racconto del terrore della finalista al Premio Strega, Lorenza Ghinelli, che vi trascinerà immediatamente nell’oscurità profonda dei suoi meandri, nutrendosi delle vostre paure e divorando, coi suoi terribili denti acuminati, la vostra paura.

 

Enoch è un ragazzino di tredici anni, uno come tanti, uno della massa che si reca a scuola prendendo l’autobus, uno che segue le lezioni e che ubbidisce senza remore alla madre, uno che alza le mani al cielo prima di servirsi delle pietanze a tavola. Enoch ha però un’altra caratteristica, una di quelle cose per cui un ragazzino di tredici anni può addirittura arrivare ad odiarsi: le sue gambe non esistono, le sue gambe sono un ammasso di ferraglia che fa un rumore assordante ad ogni passo mosso.

“E’ il suono dei suoi passi infangati, passi da subumano, scherzo della natura, sgorbio. Ora, mentre brucia di collera, febbre e sangue raggrumato, avrebbe preferito che gliele avessero tagliate, quelle gambe, piuttosto che costringerlo a camminare come Frankenstein dentro a tutori di metallo, rigidi, freddi, scomodissimi.”

 

Impietosamente bersaglio dei compagni di classe, viene quotidianamente preso di mira da Alex e i suoi amici; ragazzino senza scrupoli, temuto e detestato, diventa l’incubo di Enoch, il quale è costretto a fughe rocambolesche ogni volta che si trova in sua presenza, puntualmente umiliato da quelle gambe che non possono correre e che lo gettano sempre tra le grinfie del nemico.

“Nel cuore di Enoch c’è un mare in tumulto, ora. E un odio sincero che gli germoglia in petto come un papavero nero.”

Ma gli incubi possono cambiare: uno strano ciondolo trovato per sbaglio, un mistero che si cela dietro alla figura della madre del ragazzino, la sparizione di Alex, strani incubi e numerose pozze d’acqua limacciosa al risveglio cominciano a insospettire Enoch. E se lui stesse realmente facendo del male ai suoi carnefici? E se lui avesse letteralmente fatto a pezzi Alex?

“Pensa al sogno, Enoch. Se fosse vero non sarebbe poi così male, ma un modo come un altro per volgere a suo favore le cose.”

 

E poi una strana scoperta: una stanza segreta dietro la parete della biblioteca, un tavolo sommerso da libri di scienze occulte, letture strabilianti su divinità dell’antico Egitto. Una pratica religiosa, quella della psicostasia, la pesatura delle anime, prevede che il dio con la testa di coccodrillo metta su una bilancia le colpe dell’uomo che ha davanti e una piuma: la piuma deve essere più pesante, altrimenti l’uomo verrà divorato…

Forse l’unica persona da temere in questo momento non è più Alex, ma qualcuno di più vicino, qualcuno di così protettivo da averlo costretto a fare cose terribile…

“Enoch ha paura dell’ora in cui mamma lo manda a dormire: ha paura di sognare. Sogni di sangue che al risveglio non si lasciano scordare, sogni che macchiano l’anima.”

 

La sola cosa da fare è risolvere il mistero, trovare quel ciondolo e riportare Enoch a vivere la sua vita normale come tutti gli altri ragazzini di tredici anni.

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