Arte…? Quale arte? L’editore ha il semplice compito di scegliere un libro tra tutto il materiale ricevuto, darlo in mano all’editing, approvare l’impaginazione dei grafici, promuoverlo attraverso i suoi contatti commerciali e sperare che i lettori apprezzino tutto questo lavoro. Insomma, sostanzialmente non fa altro che ricevere un materiale (quasi) pronto e pubblicizzarlo, la maggior parte del lavoro, dopo quello dello scrittore, viene ripartito tra i componenti del suo team.

L’editore è sicuramente un mediatore tra chi scrive e chi legge, rende appetibile il prodotto, facilita l’incontro tra la domanda e l’offerta, coglie le opportunità, ha intuizione, studia le tendenze e le anticipa, probabilmente è un ottimo comunicatore, ha competenze di marketing elevate, ma non è un artista.

Eppure c’è chi ha ipotizzato un ruolo un po’ diverso, quasi “autoriale”: è infatti vero che ogni editore confeziona una collana editoriale, un insieme di testi che perseguono (o ci provano) una certa linea, che affrontano determinati temi, che raccolgono opere di determinati autori e che rispondono a determinate esigenze.

L’editore, dunque, diventa una sorta di autore che propone al suo pubblico una grande opera (o, più precisamente, un insieme di opere) inquadrata in un disegno coerente e ben selezionato, una vera e propria creazione letteraria. Basti pensare ad un esempio su tutti: Calasso, le cui opere scelte e proposte nella collana sono state raccolte in un unico volume, un discorso ampio e articolato rivolto direttamente ai suoi lettori.

“In fondo quando prendiamo in mano il catalogo storico di uno di questi grandi editori non abbiamo forse in mano un vero e proprio libro, nella forma di volume, ma anche nella sostanza di tanti contenuti diversi, di un discorso o un racconto articolato in tante singole opere, un edificio con mattoni altrui da un ingegnere o da un architetto che ha così creato una sua opera? In fondo non fa la stessa cosa anche l’autore mentre crea? (Sandro Ferri).

L’editore lavora esattamente in questo modo: sceglie i mattoni e gli infissi migliori, gestisce i lavori di costruzione, osserva mentre le fondamenta si trasformano in casa e, infine, approva in lontananza l’operato, trova gli acquirenti migliori mostrando in tutto il suo splendore quanto realizzato, si congratula con l’architetto per il progetto disegnato… ma è il suo modo particolare di far costruire una casa dopo l’altra, il suo personalissimo apporto “artistico”, che dà i lineamenti al quartiere che sorge.

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