Lasciami venire con te. Che luna stasera!

La luna è buona – non si vedrà

che si sono imbiancati i miei capelli. La luna

me li farà di nuovo biondi. Non te ne accorgerai.

Lasciami venire con te. […].

 

Ci sederemo un poco sul muretto, sull’altura,

e rinfrescandoci al vento di primavera

forse immagineremo pure di volare,

perché spesso, e perfino ora, sento il fruscío della mia veste

che pare il battito di due ali forti,

e quando ti chiudi in questo rumore del volo

senti irrigidirsi il collo, i fianchi, la tua carne,

e cosí stretto nei muscoli del vento azzurro,

nei nervi robusti dell’altezza,

non ha importanza che tu parta o torni

né conta che i miei capelli siano bianchi,

(non è questo che mi dà pena – mi dà pena

che non mi s’imbianchi anche il cuore).

Lasciami venire con te.

 

Lo so, ciascuno cammina da solo verso l’amore,

solo verso la gloria e la morte.

Lo so. L’ho provato. Non giova a niente.

Lasciami venire con te. […].

 

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