Non può essere, pensò con angoscia. Non può essere! Quando siamo saliti c’era gente dappertutto! Li ho sentiti! Le voci, l’odore! Dove sono finiti tutti quanti?

 

Sul volo notturno Los Angeles-Boston alcuni dei passeggeri, tra cui la piccola Dinah, sprofondano in un sonno profondo; è proprio la bambina che, pur essendo cieca, svegliatasi all’improvviso, percepisce un senso inspiegabile di disagio e paura; tentando di ritrovare la zia, si rende conto che qualcosa, su quell’aereo, non quadra e, con un urlo agghiacciante, risveglia tutti gli altri.

L’incubo inizia al risveglio: tutti coloro che non dormivano sono spariti nel nulla, volatilizzatesi come fantasmi, lasciando dietro di sé solo alcuni segnali del loro passaggio: un parrucchino, capsule dei denti, accessori personali… nient’altro che possa dare una spiegazione a quella inquietante sparizione.

 

 

Fortunatamente, tra i passeggeri addormentati, un pilota prende il controllo dell’aereo e riesce finalmente ad atterrare in un aeroporto, anch’esso deserto. Ben presto i passeggeri del volo Los Angeles-Boston si rendono conto che non solo le persone sull’aereo, ma il mondo intero è stato risucchiato da quello strano silenzio ovattato.

 

“Gli aeroporti non sono mai completamente deserti, come non sono mai completamente deserte le stazioni di polizia e di vigili del fuoco. Ora guardatevi nuovamente attorno e domandate a voi stessi: dove sono gli avanzi dei cibi consumati, i bicchieri mezzo pieni? Qui non c’è niente del genere. Dov’è un minimo indizio che quando è avvenuto il Fenomeno qui c’erano delle persone?”

 

Nessun suono, nessun sapore, nessun filo d’aria… il tempo sembra essersi fermato in un vuoto cosmico, dove niente sembra avere un senso. La situazione peggiora quando uno dei passeggeri, l’uomo d’affari Craig Toomy, perde il controllo di sé, manifestando la sua instabilità mentale contro gli altri.

Mentre tutti tentano di far luce su ciò che è accaduto, solo la piccola Dinah pare vedere e comprendere ciò che si sta avvicinando minaccioso verso di loro: un suono metallico, sempre più assordante, mortale.

 

“Loro corrono. Loro hanno un intento preciso. […] A casa mia o si era nel quadro principale o si faceva il lavativo, e questa era la cosa più cattiva che si potesse fare. Mio padre diceva che se non si era nel quadro principale, venivano i langolieri a prenderti e a cancellarti dal quadro una volta per tutte. Diceva che una notte o l’altra, a letto, li avresti sentiti arrivare… li avresti sentiti aprirsi la via sgranocchiando e scricchiolando… e per quanto avresti provato a dartela a gambe, ti avrebbero acchiappato. Per via di quelle loro zampette…”

 

I langolieri, creature terribili che popolano la mente di Craig fin da bambino, coloro che ti puniscono quando non fai il tuo dovere, quando perdi tempo e cedi alla pigrizia e all’indolenza.

Il gruppo comincia una corsa contro il tempo per scappare nuovamente dall’aeroporto, da quelle terre desolate e minacciose, per cercare rifugio nel cielo, lontani dalle creature che, a poco a poco, sono sempre più vicine, fino a intravedersi in lontananza.

Creature terribili che inghiottono tutto ciò che trovano sul proprio cammino: alberi, costruzioni, strade, cielo, aria, persone…

Ancora una volta sarà la piccola Dinah a dare a tutti l’opportunità di salvarsi dalle creature fagocitanti.

 

Nella vita reale la coincidenza non è l’eccezione bensì la regola.

 

Solo una volta raggiunta la quota necessaria i passeggeri comprenderanno cos’è accaduto realmente e, grazie ad un eroico sacrificio, riusciranno finalmente a tornare indietro.

 

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