A volte ho la sensazione di non trovarmi qui e di essere un frammento della mia immaginazione. Ci sono giorni in cui i miei legami con la terra mi sembrano così labili che i fili che mi tengono fissata al pianeta sono sottili come una ragnatela, come zucchero filato. Una violenta folata di vento potrebbe staccarmi del tutto, sollevandomi e facendomi volare via…

 

Eleanor Oliphant è un’impiegata dedita al lavoro, inconsapevole e indifferente alle convenzioni sociali più comuni, che conduce una vita tranquilla fatta di abitudini e ritmi prestabiliti: una settimana lavorativa più o meno impegnativa, la pizza il venerdì sera, la vodka per addormentarsi, lunghi riposi durante il weekend, la chiamata della mamma il mercoledì sera.

 

 

Suppongo che una delle ragioni per cui siamo in grado di continuare a esistere nell’arco di tempo assegnatoci in questa valle verde e azzurra di lacrime è che, per quanto remota possa sembrare, c’è sempre la possibilità di un cambiamento.

 

Eleanor Oliphant è una ragazza di trent’anni come tutte le altre, ad eccezione di quelle cicatrici ben visibili che occhieggiano agli sconosciuti portando alla luce domande a cui, nemmeno Eleanor, può rispondere. Eppure è questa la sua vita, una vita in cui Eleanor dice di stare benissimo, perfettamente incastrata nelle sue convinzioni e nella sua realtà.

 

Sul mio cuore ci sono cicatrici altrettanto spesse e deturpanti di quelle che ho in viso. So che ci sono. Spero che resti un po’ di tessuto integro, una chiazza attraverso la quale l’amore possa penetrare e defluire. Lo spero.

 

I giorni trascorrono tranquilli uno dopo l’altro, routine dopo routine, fino a quando Eleanor decide che il suo destino dovrà incrociarsi con quello dell’uomo di cui si è innamorata, un cantante del suo paese, rozzo e assolutamente inadatto. Dai bei giorni, in cui l’illusione si annida infida tra le pieghe della quotidianità, lasciando poco spazio alla ragione, si arriva ai brutti giorni, quelli in cui l’alcool non è mai abbastanza.

 

Niente e nessuno – e certamente non quel cantante, che si stava sistemando i capelli durante l’assolo di chitarra di un altro membro della band – avrebbe potuto cambiare le cose. Non c’era speranza, le cose non si potevano riparare. Io non potevo essere riparata. Al passato non si poteva sfuggire, né lo si poteva disfare.

 

Eleanor però potrà riscoprire il significato di amore incondizionato grazie alla vicinanza di nuovi amici che, lentamente, fanno breccia nel suo cuore e illuminano la sua vita: Raymond, il collega di lavoro esperto di tecnologia e poco attento alla cura di sé, e il vecchietto Sammy, un uomo dolce e comprensivo che, con il suo sorriso, diventa un punto di riferimento per la ragazza.

 

Ai giorni nostri la solitudine è il nuovo cancro, una cosa vergognosa e imbarazzante, così spaventosa che non si osa nominarla…

 

Solo grazie all’affetto di chi la circonda Eleanor riuscirà a superare i giorni brutti, arrivando addirittura ad un’analisi consapevole del passato, trovando le risposte a molti interrogativi e, finalmente, donandosi un po’ di pace. Una vittoria su ogni fronte, un taglio netto col passato che tanto l’ha tenuta imprigionata a sé, soffocandola in un vortice di sensi di colpa e verità nascoste, un salto nella luce che, dopo tante vicende, riesce di nuovo a rischiarare un’esistenza sofferta.

 

 

E, alla fine, Eleanor Oliphant sta benissimo. Per davvero.

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