[Leggi la prima parte]

5 – Usa la matita.

Quando sei uno scrittore esordiente tu ti becchi tutto il divertimento e il lettore non si becca niente. Quindi puoi benissimo usare una macchina da scrivere perché è molto più semplice e molto più veloce. Quando impari a scrivere il tuo obiettivo primario è quello di veicolare tutto al lettore: ogni sensazione, sospiro, sentimento, posto ed emozione. Per far questo devi per forza rielaborare quello che hai scritto. Se scrivi a matita ti concedi almeno tre differenti occasioni per assicurarti che il lettore riceverà quello che vuoi dargli. Prima, quando lo rileggi; poi quando lo batti a macchina hai un’altra occasione per migliorarlo e di nuovo nella lettura di controllo finale. Scrivere a matita ti dà un terzo di opportunità in più per migliorare il tuo scritto. Fa circa .333 che è una dannata ottima media per un battitore!”

 

Oramai scrivere a mano, tenendo stretta fra le dita una penna da lasciar scivolare seguendo il ritmo dell’ispirazione, è pressappoco impossibile. Eppure Hemingway suggerisce di riprendere in mano quella matita, di sentirla mentre scorre veloce, imprimendo nella carta i pensieri e le parole che, man mano, prendono vita.

6 – Non pensare alla storia quando non stai lavorando.

Quando scrivevo, sentivo il bisogno di leggere dopo aver finito di lavorare. Se continui a pensare alla storia, perdi la cosa che stavi scrivendo prima di poterla continuare il giorno dopo. È necessario fare attività fisica, stancare il corpo. Ma poi era necessario leggere in modo da non pensare o preoccuparmi del lavoro prima di poterlo continuare il giorno dopo. Avevo già imparato a non svuotare mai il pozzo della mia scrittura, fermandomi sempre quando c’era ancora qualcosa là nella parte profonda del pozzo, che di notte lasciavo ricolmare degli stessi ruscelli che l’avevano alimentato.”

Molti studiosi confermano questa piccola riflessione: quando dormiamo, ad esempio, riusciamo ad elaborare soluzioni creative impensabili durante la vita da svegli. Ecco il potere del nostro inconscio: quando abbassiamo la guardia, lui inizia a lavorare e a riflettere, fintanto che scopre qualcosa di nuovo a cui non avevamo pensato nemmeno lontanamente. Dunque occorre distaccare la nostra mente dal testo che stiamo scrivendo, per permetterci di elaborare espedienti innovativi.

7 – Tanto per cominciare, scrivi una frase vera.

A volte quando inizio una nuova storia e non riesco ad andare avanti, mi siedo di fronte al camino e inizio a schiacciare la buccia di alcune piccole arance verso gli angoli delle fiamme e osservo gli zampilli blu che si creano. Mi alzo e guardo fuori verso i tetti di Parigi e penso, “Non preoccuparti. Hai sempre scritto in passato e scriverai ora. Tutto ciò che devi fare è scrivere una sola frase vera. Scrivi la frase più vera che conosci.” Così finalmente scrivo una frase vera, e parto da là. Era facile perché c’era sempre una frase vera che conoscevo o che avevo sentito dire da qualcuno. Quando mi accorgevo che stavo scrivendo in maniera elaborata, o come qualcuno che introduce un tema o presenta qualcosa, mi fermavo e tagliavo la tiritera, buttavo via e ricominciavo dalla prima vera semplice frase dichiarativa che avevo scritto.”

Ecco un utile consiglio per quel fastidioso blocco dello scrittore che spesso ci assale: il piccolo consiglio che ci regala, concreto e immediato, è quello di partire. Partite con una frase, una qualunque, una vera e reale, scrivete. Guardatevi intorno e traete ispirazione da ciò che vi circonda.

Partire quindi sempre dalla realtà per ricavarne infiniti spunti interessanti.

Per concludere, ecco alcune parole spese per descrivere questa grande personalità che, tutti noi, abbiamo imparato ad amare attraverso i suoi scritti:

Personaggio affascinante, le sue pagine – profondamente ispirate a uno stile di vita – sono pervase da un senso assoluto della vigoria morale e fisica, dallo sprezzo del pericolo, ma anche dalla perplessità davanti al nulla che la morte reca con sé.

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