[tratto da La tentazione di essere felici, di Lorenzo Marone]

 

Mi piace essere spiritoso, non prendere troppo sul serio la vita. Mi piacciono anche tante altre cose.

 

Per esempio mi piace il profumo di cucinato che arriva da una finestra aperta, o la tenda che d’estate si scosta piano per far passare il vento.

Mi piacciono i cani che per ascoltarti inclinano la testa, o una casa appena imbiancata.

Mi piace quando un libro mi attende sul comodino.

Mi piacciono i barattoli di marmellata e la luce gialla dei lampioni.

Mi piace il rumore di una bottiglia stappata. Mi piace il vino rosso che si aggrappa al bicchiere.

Mi piacciono i luoghi familiari e l’odore delle lavanderie.

Mi piacciono le guance rosse e il tremore della voce.

Mi piace l’odore dei bambini appena nati e il suono lontano di un pianoforte.

Mi piace il rumore della ghiaia calpestata e le strade che si dipanano come torrenti fra i campi.

Mi piace il Vesuvio che mi fa sentire a casa.

Mi piace infilare i piedi sotto la sabbia.

Mi piace il calcio la domenica pomeriggio, l’odore di una saponetta nuova, i vetri appannati nelle giornate fredde.

Mi piace quando una donna ti dice “ti amo” con gli occhi.

Mi piace lo scoppiettio delle castagne sulla brace.

Mi piace il silenzio delle sere d’estate e il rumore della risacca di notte.

Mi piace il cinguettio fuori dalla finestra, l’acqua che bagna i piedi e la corteccia di un vecchio ulivo sotto i polpastrelli.

Mi piace l’odore di camino mentre passeggio fra i ciottoli di un paese in montagna.

Mi piace la pasta fatta in casa e le scritte sui muri.

Mi piacciono i mestoli di legno.

Mi piace il cactus che sa adattarsi e il rumore di un ruscello nascosto.

Mi piace il borbottio della caffettiera sul fuoco, i sassi levigati dal mare e il suono delle stoviglie al ristorante.

Mi piace un gatto che si aggira furtivo tra le auto e il cigolio di un vecchio mobile.

Mi piace il saluto da lontano e lo sguardo curioso del turista che osserva la mia città.

Mi piacciono i viali alberati.

Mi piace chi suona per strada.

Mi piace il colore dei pomodori e l’odore della crema sul corpo.

Mi piacciono i pomeriggi estivi accompagnati dal canto dei grilli.

Mi piace sfilare uno spaghetto dall’acqua bollente e addentarlo.

Mi piacciono le fotografie che permettono di viaggiare nel tempo.

Mi piace lo scricchiolio del pavimento di legno.

Mi piacciono i difetti.

Mi piace un vecchio rudere in un campo di grano.

Mi piace guardare dall’alto una spiaggia tappezzata di mille ombrelloni dai colori diversi.

Mi piacciono le vecchie canzoni che ti bloccano il respiro.

Mi piace il granchio che fugge nell’incavo dello scoglio.

Mi piacciono gli uccelli che si riparano sotto un cornicione e attendono che spiova.

Mi piace la città che dorme e la vista di un rastrello e un secchiello adagiati sulla sabbia.

Mi piace la lumaca che si trascina energica verso un riparo.

Mi piace lo scampanellio di una bici.

Mi piacciono le lucertole che invece di scappare restano immobili.

Mi piacciono le croci sui picchi delle montagne.

Mi piace il bianco delle case di mare e i vecchi cortili con i panni stesi ad asciugare.

Mi piace quando un ricordo mi viene a trovare.

Mi piace il vento che sposta gli ostacoli e i frutti maturi che abbandonano il ramo.

Mi piacciono le formiche che bevono da una goccia di rugiada.

Mi piacciono le strade che raggiungono il mare.

Mi piace camminare scalzo d’estate.

Mi piacciono i volti increspati dalla vita.

Mi piace un uomo che lavora nei campi in lontananza.

Mi piace chi ama un figlio non suo.

Mi piace l’odore di limone che si attacca alle dita, e quello della terra scura che si infila sotto le unghie.

Mi piace l’aroma dei pini e il profumo del bucato appena steso.

Mi piace il picchiettio della grandine sui vetri e la consistenza del tufo.

Mi piace il sapore del caffè che scompare piano e quello della cioccolata fondente che sopraggiunge con un po’ di ritardo.

Mi piacciono le travi di legno al soffitto, le briciole di pane e gli oggetti che nessuno usa più.

Mi piace incrociare lo sguardo di una sconosciuta.

Mi piacciono i movimenti sicuri di un pizzaiolo, l’abbraccio di quando si esulta, la mano del neonato che afferra il vuoto.

Mi piace l’edera che si arrampica sulla facciata di un edificio.

Mi piace chi legge alla fermata dell’autobus.

Mi piace chi non progetta troppo e chi sa stare da solo.

Mi piace una cucina in una veranda.

Mi piace chi vede il bicchiere sempre mezzo pieno.

Mi piacciono i capelli bianchi e la bilancia di ferro che usavano un tempo i fruttivendoli.

Mi piace la casa che ti accoglie con l’odore di cucinato.

Mi piace lo schiocco delle labbra sulla pelle.

Mi piace chi ama per primo.

Mi piace la luce del cielo quando non c’è più il sole.

Mi piace l’erba che vince l’asfalto.

Mi piace chi non coltiva rancori.

Mi piace una vecchia libreria in disordine.

Mi piace l’istante prima del primo bacio.

Mi piace scrutare i palazzi di una città sconosciuta.

Mi piace la donna che ama il cibo.

Mi piace leggere un libro all’ombra.

Mi piace il geco che guarda l’orizzonte appostato accanto a una lampadina.

Mi piace chi ha la forza di credere con tutto se stesso in qualcosa.

Mi piacciono i nidi delle rondini.

Mi piace chi ancora si stupisce di fronte alle stelle.

Mi piacciono le balle nei campi ai bordi della strada.

Mi piace chi sa chiedere scusa.

Mi piace chi non ha ancora capito come raccapezzarsi su questa terra.

Mi piace chi sa chiedere.

Mi piace il sorriso dei miei figli.

Mi piace chi sa amarsi.

 

Mi piace chi combatte ogni giorno per essere felice.

 

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