Un campo di battaglia avvolto da una leggera foschia, eserciti schierati gli uni di fronte agli altri, pronti allo scontro inesorabile, il clangore delle armi che cozzano contro gli scudi, le armature lucenti che urlano in nome della vittoria, gli uomini pronti a cadere per coronare la gloria della propria fama.

Foglie rosse, come in autunno?

Schizzi di sangue… Ecco perché d’improvviso, in piena estate, gli alberi si tingevano dei colori che precedono la stagione seguente.

 

Le vicende storiche si intrecciano ad una storia d’amore che resiste oltre gli anni e oltre le vendette; le dispute tra imperatori e le lotte che dalla tetrarchia dei quattro sovrani porta alla creazione della figura quasi divina di Costantino si susseguono con ferocia, manovrate dagli intrighi di uomini ambiziosi e astuti, capaci di smuovere un intero popolo e di cambiarne il destino.

E si era convinto all’istante che chiunque avesse aspirazioni di governo e di potere, nel vedere un monumento del genere, avrebbe desiderato averne uno suo, per essere ricordato in eterno.

Sullo sfondo della storia si muovono le figure dei protagonisti, quella esile di Minervina, donna forte temprata da una vita di perdite dolorose, e quella forte e temeraria di Sesto Martiniano, il pretoriano con cui il destino di Roma cambierà per sempre, legati da un amore che nulla può distruggere.

E a mano a mano che la donna si avvicinava, poté distinguere lineamenti di un viso che mai avrebbero potuto stufarlo o solo infastidirlo. E seppe che l’avrebbe amata per sempre.

 

Roma antica prende vita in questo romanzo ben costruito, disegnata così come la si è conosciuta dai libri di scuola, nella sua grandiosa magnificenza, ricca di ricordi gloriosi di un passato che deve essere replicato, nonostante i pericoli e i dissidi siano sempre più padroni della vita romana: barbari fuori dalle mura e mondo cristiano al loro interno, tutti che lottano per capovolgere la tradizione secolare della grande Urbe.

 

Si sentì subito investito dall’atmosfera magica di quel luogo in cui si respirava grandezza, e più che mai desiderò diventare parte di quella schiera di eroi di cui poteva vedere testimonianze ovunque.

 

E, tra tutte le tradizioni in bilico tra passato e futuro, quella del corpo dei pretoriani, di cui Sesto Martiniano rappresenta la forza straordinaria, rischia di soccombere una volta per tutte, colpevole di aver difeso fino allo stremo il simbolo della propria esistenza, l’imperatore legittimo nella sua città, colpevole di aver respinto con coraggio gli attacchi degli usurpatori, Costantino da ultimo, colpevole di aver combattuto per quella Roma ideale che ormai può sopravvivere solo nei ricordi.

Come tutti i suoi compagni, sentiva che stava per avere luogo uno scontro epocale. Stavolta il suo corpo, stimato ed esecrato in egual misura per secoli, lottava davvero per la sopravvivenza.

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