Jorge Luis Borges è stato uno scrittore, poeta, accademico e saggista di origini argentine, punto di riferimento sia in campo filosofico che letterario, in particolare per quanto riguarda il genere fantasy; è infatti il padre del “realismo magico”, genere che risponde al realismo e al naturalismo del periodo, con il suo “Storia universale dell’infamia”.

 

Mi sono sempre immaginato il paradiso come una specie di biblioteca.

 

Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo nasce a Buenos Aires nel 1899; fin da piccolo viene educato in casa dal padre, avvocato e insegnante di psicologia, dalla nonna materna e da un’istitutrice inglese e precoci sono i segnali della cecità ereditaria nella famiglia. A soli 7anni scrive il suo primo racconto intitolato “La visiera fatal”.

 

Uno scrittore deve abbandonarsi al piacere di sognare, di scrivere; anche se ciò fosse imprudente. Però chissà che la massima felicità non sia la lettura.

 

Qualche anno dopo, insieme alla famiglia, si trasferisce a Ginevra, dove frequenta il Collège Calvin; sono anni di studio appassionati durante i quali conosce numerosi scrittori europei. A seguito della morte della nonna materna, iniziano i vari spostamenti da un luogo all’altro; in questo periodo scrive i suoi primi due romanzi, rimasti inediti: uno di poesie e uno di prose.

 

Il solo modo di trovare una cosa è non cercarla. Occorre che quella cosa cerchi voi e vi trovi. Dunque il poeta è essenzialmente passivo, riceve, ringrazia, poi fa del suo meglio per ridurre tutto questo in parole.

 

La prima vera pubblicazione avviene nel 1919, quando la rivista “Grecia” rende nota una sua poesia, l’ “Inno al mare”. Inizia a collaborare con diverse riviste, come ad esempio “Cosmópolis” e “Nosotros”, fondandone addirittura di sue, come “Prisma” e “Proa”.

Nel 1923 Borges pubblica il suo primo libro di poesie intitolato “Fervore di Buenos Aires”, per la copertina del quale la sorella Norah realizzò un’incisione; oggi, le poche copie che ancora esistono vengono considerate dei cimeli letterari.

Qualche anno dopo, all’elezione del presidente Juan Domingo Perón, Borges esprime la sua avversione, ed è per questo motivo che sarà costretto ad abbandonare il suo ruolo di bibliotecario, fino a quando, con la Revolución Libertadora che depose Perón, non venne nominato direttore della Biblioteca Nazionale Argentina.

 

L’uomo buono è intelligente, quello cattivo è, in più, imbecille. Le doti morali non possono essere separate da quelle intellettuali.

 

Intraprende anche la carriera di insegnante, diventando professore di letteratura inglese all’Università di Buenos Aires, oltre che presidente dell’Associazione degli Scrittori argentini. Nonostante la malattia agli occhi ereditata dal padre e la completa cecità che lo colpisce, Borges continua col suo lavoro letterario.

 

Ho fatto di me questa strana cosa, un uomo di lettere, un uomo il cui destino è cambiare le sue emozioni in parole, scriverle, forse pensare non tanto al loro senso quanto alla loro cadenza, alla loro musica, alla loro suggestione, e creare sogni.

 

Ottenne numerosi riconoscimenti prestigiosi per il suo lavoro, ma mai il Premio Nobel per la Letteratura.

 

Ho commesso il peggior peccato che uno possa commettere: non sono stato felice.

 

Muore a Ginevra nel 1986, meta per le sue cure agli occhi, a causa di un cancro al fegato.

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