T.S. Eliot, Premio Nobel per la letteratura, è stato un poeta e critico letterario, di origine americana, ma di adozione britannica.

È strano come le parole sono così inadeguate. Eppure, come l’asmatico che combatte per l’aria, così chi ama deve combattere per le parole.

Eliot nasce nel 1888 da una famiglia borghese molto numerosa; frequenta l’Harvard University, dove le sue conoscenze letterarie si ampliano notevolmente: si appassiona a Dante, a cui dedicherà un saggio, e impara l’italiano. Si trasferisce poi a Parigi, dove intraprende gli studi alla Sorbona. Solo nel 1911 torna ad Harvard, dove consegue la laurea in filosofia.

Scoppiata la prima guerra mondiale, si trasferisce a Londra dove inizia a lavorare come impiegato alla Lloyd’s Bank; è qui che inizia a pubblicare i suoi primi componimenti. Lentamente si fa strada nel mondo editoriale, diventando direttore della casa editrice Faber and Gwyer; qualche tempo dopo, si ricovera in una clinica svizzera per sottoporsi ad una cura psicologia e in questo periodo termina l’opera “La terra desolata”.

 

Gli uomini han sempre cercato di sfuggire dall’oscurità interiore ed esteriore fino a sognare sistemi talmente perfetti che nessuno avrebbe più bisogno di essere buono. Ma l’uomo così com’è adombrerà sempre ciò che l’uomo pretende di essere.

La tecnica prediletta per la composizione delle sue opere, una sorta di poetica dell’oggetto, è quella da lui teorizzata in questo modo: “una serie di oggetti, una situazione, una catena di eventi che saranno la formula di quella emozione particolare; tali che quando i fatti esterni, che devono terminare in esperienza sensibile, siano dati, venga immediatamente evocata l’emozione…”

 

La vera poesia può comunicare anche prima di essere capita.

Nel 1927 diventa ufficialmente un suddito britannico; contemporaneamente inizia a frequentare la Chiesa anglicana, convertendosi all’anglicanesimo poco dopo, scelta che ebbe notevoli influenze sulla produzione letteraria di Eliot, acquistando toni religiosi e meno pessimistici; le sue idee conservatrici lo fanno allontanare sempre più da alcuni amici di vecchia data, come Ezra Pound.

La poesia non è espressione della personalità ma un modo per sfuggire dalla personalità. La poesia non è una liberazione di emozioni, ma una fuga dalle emozioni.

La morte della moglie, la ballerina Vivienne Haigh-Wood, dalla quale si era separato per via della malattia mentale di lei, fu per lui causa di profondi sensi di colpa. Successivamente Eliot si dedica ai problemi etici della società, denunciando, come molti suoi contemporanei, la crisi della cultura occidentale, l’alienazione e il senso di solitudine dell’artista in un mondo scientifico, il rifiuto del passato e la rottura con la tradizione.

Nel 1948 vince il Premio Nobel per la letteratura, grazie al suo “eccezionale e pionieristico contributo alla poesia contemporanea”.

Solo chi rischia di andare troppo lontano avrà la possibilità di scoprire quanto lontano si può andare.

Eliot muore a Londra per un enfisema nel 1965.

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