Italo Calvino è stato uno degli scrittori italiani più importanti del Novecento, esponente del neorealismo, e un intellettuale impegnato sul fronte politico e culturale.

 

La poesia è l’arte di far entrare il mare in un bicchiere.

 

Italo Calvino, di origini italiane, nasce a Santiago de Las Vegas a Cuba nel 1923, dove il padre gestisce un’azienda agronomica che produce canna da zucchero.

 

“Della mia nascita d’oltremare conservo solo un complicato dato anagrafico, un certo bagaglio di memorie familiari, e il nome di battesimo che mia madre, prevedendo di farmi crescere in terra straniera, volle darmi perché non scordassi la patria degli avi…”

 

Un paio di anni dopo la sua nascita, i genitori decidono di rientrare in Italia, in particolare a Sanremo; è qui che Calvino trascorre gli anni della sua infanzia, dove viene a contatto con un ambiente intellettualmente e culturalmente vivace. Nel frattempo sono gli anni del regime fascista, e la famiglia, di idee opposte, fatica a trovare un equilibrio con esso. Lo stesso Italo si vede costretto a diventare balilla.

 

I classici sono libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire, tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti.

 

Gli studi proseguono al liceo e il giovane Calvino si appassiona alla letteratura e al cinema; all’alba dello scoppio della seconda guerra mondiale scopre la sua passione per la scrittura, dando vita a poesie, opere teatrali e racconti. Iscrittosi dapprima all’università di Agraria di Firenze e trasferitosi poi a Torino, matura il suo interesse etico, sociale e politico, aderendo infine al movimento partigiano, per il quale lotterà assiduamente.

 

L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.

 

Questa esperienza è alla base del suo primo romanzo, intitolato “Il sentiero dei nidi di ragno”; diventato un attivista del Partito Comunista, numerosi sono i suoi interventi su periodici e quotidiani a difesa della libertà e dei diritti umani. Successivamente si iscrive a Lettere all’università di Torino, dove conosce Cesare Pavese, figura fondamentale del suo percorso formativo, che segnerà un profondo solco nella sua vita a causa del suicidio.

 

L’arte di scriver storie sta nel saper tirar fuori da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la vita e ci s’accorge che quel che si sapeva è proprio un nulla.

 

Nel 1949 raccoglie alcuni suoi racconti nella raccolta “Ultimo viene il corvo”; inizia inoltre a collaborare con la casa editrice Einaudi come consulente editoriale. Lavora all’opera “Fiabe Italiane”, insieme di favole popolari, che pubblicherà nel 1956. La sua fama si consolida negli anni successivi, pubblicazione dopo pubblicazione: “I racconti”, “Il cavaliere inesistente”, “Un ottimista in America”.

 

Contano due principi: non farsi mai troppe illusioni e non smettere di credere che ogni cosa che fai potrà servire.

 

Nel 1968 vince il Premio Viareggio con i racconti “Ti con zero”, premio che verrà rifiutato dallo scrittore perché considerato “semplice espressione retorica”. Pubblica “Le città invisibili”, collabora con il Corriere della Sera e scrive due opere di carattere autobiografico, “Ricordo di una battaglia” e “Autobiografia di uno spettatore”.

Il suo famoso “Se una notte d’inverno un viaggiatore” viene pubblicato nel 1979; a causa della cristi che colpisce Einaudi, Calvino inizia a pubblicare con Garzanti e, in particolare, dà alle stampe le due opere “Collezione di sabbia” e “Cosmicomiche vecchie e nuove”. Qualche anno dopo inizia a lavorare sulle conferenze che avrebbe dovuto tenere presso Harvard (le famose “Lezioni americane”, pubblicate postume).

 

Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.

 

Calvino, colto da ictus e dopo un’operazione al cervello, muore nel 1985 per emorragia cerebrale.

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