[tratto da Manuale di scrittura creativa, di R. Cotroneo]

 

 

“Come si costruisce il personaggio di un romanzo? Non so come facciano gli altri scrittori, dato che non ho nessuna frequentazione con loro, quindi la mia risposta sarà necessariamente circoscritta al mio personale modo di scrivere.

 

Se ho bisogno, a un certo momento della narrazione, di far incontrare, per esempio, il protagonista con una ragazza giovane, questo nuovo personaggio comincio a costruirmelo a parte.

Prima di tutto, sentendolo parlare, vale a dire scrivendo su di un foglio le parole che secondo me usa di più, alcune sue frasi che possono anche non avere alcuna attinenza col romanzo, gli intercalari, le pause.

Non mi rifaccio mai a persone realmente esistenti e conosciute.

 

Naturalmente, faccio diversi tentativi e finisco con lo scegliere quello che ritengo il più adatto, anche in base all’importanza maggiore o minore che questa giovane donna avrà nello sviluppo della vicenda.

Solo a questo punto, quando so come parla, riesco a vederla, se è bionda o bruna, come veste, se è esile oppure bene in carne, come ride, come piange, come cammina.

 

Insomma, desumo tutto dalle sue parole.

Credo che questo modo d’inventare un personaggio derivi dalla mia lunga frequentazione con testi teatrali. Quando ritengo che il personaggio sia pronto, vale a dire che posso vederlo gironzolare nel mio studio, lo introduco nel romanzo, lo metto a contatto col protagonista.

 

Spesso però mi capita che quel primo incontro tra i due mi costringa a delle modifiche non sostanziali, a delle piccole correzioni del linguaggio del personaggio nuovo. Nel confronto col linguaggio del protagonista, già sperimentato e collaudato in pagine e pagine, quello nuovo finisce col risultare o non bene messo a fuoco o troppo schematico, o scopertamente funzionale. Allora faccio un’accorta operazione di definizione, di ulteriore personalizzazione, riscrivendo più e più volte quel dialogo fino a quando non sento, se non di avere ottenuto ciò che avevo in mente, almeno di essermici avvicinato abbastanza.”

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