[recensione di Chiara Pibiri]

L’abbandonatrice è uno dei romanzi scritti da Stefano Bonazzi. Racconta le vicende di Davide, Oscar e Sofia. Il libro apre le trame del racconto con la morte di Sofia e, con un flashback, lo scrittore riesce a raccontarci tutte le loro avventure fino ad arrivare, in maniera circolare, all’inizio del racconto.

 

I tre ragazzi si incontrano per caso quando Davide, in fila per immatricolarsi al DAMS, ha un attacco di panico. A soccorrerlo è Sofia e, da quel momento in poi, tra loro nascerà un’amicizia speciale… Nuovo compagno di percorso sarà Oscar, in cerca di un coinquilino. Tra i due ragazzi nascerà una storia che andrà avanti per anni. Il gruppo inizia a conoscersi meglio, ognuno con le proprie passioni (Davide la fotografia, Oscar il pianoforte e Sofia la pittura e in seguito la pirografia) e ciascuno con alcune problematiche e “mostri” da affrontare quotidianamente. Infatti il loro passato non sembra mai abbandonarli e ogni giorno sembra farsi più pesante.

 

Se non dormi la notte e vivi nella paranoia, sei sulla strada giusta per diventare un pezzo grosso nel mondo dell’arte.

 

Davide e Sofia diventano confidenti stretti, soprattutto quando la ragazza lo porta nel suo posto segreto: un campo al di sotto della tangenziale, dove può gridare i suoi pensieri e le sue paure senza che nessuno la senta.

 

Sembrava che in quel posto, lontani da ogni cosa, Sofia si sentisse finalmente libera di mostrarmi anche i suoi lati meno attraenti.

 

La sofferenza che entrambi hanno conosciuto sembra legarli in un destino condiviso. Lei confessa di aver conosciuto Oscar dallo psichiatra e che, in passato, anche loro soffrivano di attacchi di panico. La loro amicizia si rafforza ogni giorno di più e la convivenza con Oscar sembra fantastica. Il pianista riesce ad ottenere il posto in una band e, inseguendo il suo sogno, parte per Londra. Una volta tornato, Oscar si chiude in un silenzio ostinato e Davide, sommerso dai dubbi, riesce a contattare un altro membro della band, scoprendo così una realtà del tutto diversa da quella che si immaginava… e qualcosa nella loro relazione si frantuma.

Dicevamo “noi” perché “noi” era più rassicurante. E poi perché era romantico, era come rimettersi insieme ogni volta, come scegliersi di nuovo, anche se ogni notte dormivamo sempre più distanti.

 

Sofia improvvisamente decide di partire per Londra senza dare spiegazioni a nessuno, lasciando solo una lettera. Gli anni intanto passano, e i due ragazzi sono costretti a fare i conti con le loro vite, con gli armadi bui in cui si nascondono quei mostri tanto spaventosi da cui spesso si è incapaci di sfuggire.

Intanto i mostri venivano a farci visita sempre più spesso. Ogni notte, a volte anche di giorno, negli anfratti più oscuri.

 

Dieci anni dopo, ogni cosa viene stravolta a causa di una chiamata: è Ilaria, l’ex coinquilina di Sofia. L’amica si è tolta la vita. Una volta raggiunto il luogo del funerale, Davide si ritrova di fronte Diamante, il figlio dell’amica scomparsa, ormai sedicenne. Con uno stratagemma, il giovane riesce a tornare a Bologna con Davide e a stabilirsi a casa sua. Un nuovo equilibrio si verrà a creare con questa convivenza tra Davide, Oscar e Diamante, e la maggior parte delle domande troverà una risposta.

 

Oggi penso che tutto abbia avuto inizio da un’assenza. Avevamo paura perché ci mancava qualcosa, e questo vuoto andava riempito, in ogni modo.

 

Biografia dell’autore

Stefano Bonazzi, classe 1983, è un web master e un grafico pubblicitario. Ha realizzato e tutt’ora realizza opere influenzate dall’ arte surrealista e che sono state esposte a Londra, Miami Seul, Monaco e in Italia. Esordisce con il suo primo romanzo A bocca chiusa nel 2014 pubblicato da Newton Compton.

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