[Poesia tratta da Farfalla e segno. Poesie scelte (1972-2009)]

 

Rari giorni d’inverno quando la tramontana

spezza gli aliti al fiume e tende il cielo

come se contrappunto fosse il giura e invece sono

queste martoriate pietre che bussano ai lastrici

divini, la sola porta impropria perché a Roma

non spettano salvezze. Cosí dicono gli orli delle case

fratturati cristalli d’arabia, trapunti dalle luci

e dai suoni mattini, lo dicono fumando i meccanici topi

e i natali non soffici né sacri, anche lo dicono

le sue morti feriali, la mia coperta corta. Lo ripetono

qui – minimamente – i cerini di lusso che s’accendono

a stento fra le mani di chi non ha piú fede

nell’avvento di un nuovo nord.

In questi rari giorni d’inverno

quando il sole mi pesa cosí poco

sarà bene tenere alta la testa. Forse si vive

altrove.


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