Poeta e saggista di origine statunitense, escluso dalle candidature del premio Nobel per la letteratura a causa del suo legame con la dittatura fascista e in quanto responsabile della propaganda “di idee che sono decisamente in contrasto con lo spirito del Premio Nobel”, Ezra Pound rimane uno degli autori di riferimento del Novecento.

Ezra_Pound

Ezra Weston Loomis Pound nasce nel 1885 nell’Idaho; i primi anni li trascorre a Philadelphia. E’ in gioventù che decide di diventare poeta. Gli studi universitari, inerenti a filologia e letteratura, vengono portati avanti alla Pennsylvania University e allo Hamilton College di Clinton a New York, fino a quando nel 1908 non decide di trasferirsi definitivamente in Europa: Gibilterra, Venezia (dove pubblica il suo primo libro di poesie, A lume spento, ispirato alla letteratura medievale, ai poeti dell’Ottocento e alla letteratura cortese e stilnovistica), Parigi (ricca di avanguardie culturali), Londra, Rapallo (dove riesce a dedicarsi alle sue passioni artistiche e storiografiche). In Italia si stabilisce definitivamente, ritrovando nella dittatura fascista quei principi vagheggiati nel suo sistema sociale ideale e apprezzando soprattutto gli interventi a favore dei lavoratori, le opere pubbliche e la politica economica.

“Durante il tempo in cui ho vissuto in Europa ho spesso visitato Roma e dopo l’ultima guerra ho notato il rinascimento o ringiovanimento della nazione.”

Uno dei suoi modelli poetici è rappresentato dalla figura di William Butler Yeats, che riuscì a conoscere e di cui divenne amico; la loro collaborazione permise loro di modernizzare le proprie scelte poetiche, insieme trascorsero molto tempo e studiarono la letteratura giapponese, dedicandosi soprattutto ai drammi del genere Nō. Grande fu l’impegno, durante gli anni trascorsi tra Londra e Parigi, profuso per poeti come Eliot e Joyce: sollecitò finanziamenti a loro favore ed egli stesso li aiutò personalmente.

Anche a Rapallo riuscì a creare un circolo di artisti, organizzando numerosi eventi letterari e musicali. Oltre all’arte, continua a dedicarsi sempre più intensamente a politica ed economia: pubblica un pamphlet intitolo ABC dell’economia, aderisce alla RSI, porta avanti trasmissioni radio, diventa portavoce di campagne antisemite contro gli ebrei considerati “banchieri usurai”. Riuscì addirittura ad incontrare Mussolini: per l’occasione Pound regalò al Duce una copia dei suoi Cantos e illustrò al capo del fascismo alcune proposte in materia economica.

“Il primo atto del Fascismo è stato salvare l’Italia da gente troppo stupida per saper governare, voglio dire dai comunisti senza Lenin. Il secondo è stato di liberarla dai parlamentari e da gruppi politicamente senza morale. Quanto all’etica finanziaria, direi che dall’essere un paese dove tutto era in vendita, Mussolini in dieci anni ha trasformato l’Italia in un paese dove sarebbe pericoloso tentare di comperare il governo.”

Pound compone anche due canti in italiano, che esaltano la sua solidarietà nei confronti della dittatura. E’ questo suo fervore che lo farà arrestare dai partigiani nel 1945, consegnare ai militari statunitensi e accusare di tradimento: dopo alcune settimane di prigionia, tenuto in condizioni disumane (egli stesso parlò di una “gabbia da gorilla”) ebbe un tracollo fisico e mentale; gli viene dunque concesso un altro luogo dove scontare la reclusione, dove inizierà a scrivere i Canti pisani.

Qualche tempo dopo, a seguito di una perizia psichiatrica, viene dichiarato mentalmente infermo e internato nell’ospedale di Washington. Una volta dimesso dallo stesso, si trasferì nuovamente nell’amata Italia. La morte lo colse nel 1972 a Venezia.pound_ezra

La sua opera più apprezzata sono sicuramente i Cantos, una sorta di storia dell’umanità in cui le epoche e le civiltà più diverse si intrecciano intorno a un unico filo conduttore: la convinzione che la radice di ogni male e di tutta la corruzione sia da ricercare nella pratica dell’usura e, in primo luogo, nell’istituzione delle banche e dei banchieri risalente al Quattrocento. Secondo lui il denaro è la fonte di ogni ingiustizia: occorre dunque un progetto di riforma che preveda una tassazione non dei cittadini, bensì del denaro stesso.

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