Bianca Pitzorno, insegnante e scrittrice, è nota al pubblico soprattutto per il suo impegno coi bambini: ha scritto infatti numerosi libri per ragazzi.

Bianca Pitzorno possiede, e continuamente affina, due risorse che le consentono di narrare sempre e solo la sua personalissima invenzione, anche mentre allude ai suoi grandi amori letterari. La lingua, così lieve e linda e sapiente nella sua ammiccante semplicità, tanto cara alle sue moltissime lettrici, è lo strumento che raccoglie in una trama saldamente unitaria le infinite occasioni ritrovate e riproposte. E poi c’è il senso dell’atmosfera, la robusta capacità di creare un credibilissimo clima figurale proprio mentre si viaggia tra i topoi più noti della storia della letteratura. (Antonio Faeti)

Bianca Pitzorno nasce nel 1942 a Sassari; laureatasi in Lettere Classiche a Cagliari all’Università degli Studi, si trasferisce a Milano, dove si specializza in cinema e televisione. Inizia presto la sua carriera lavorando alla Rai, collaborando per alcuni programmi di carattere culturale, come ad esempio Tuttolibri, e per programmi dedicati ai bambini, come L’albero azzurro.

Fra le sue esperienze significative anche quella dell’insegnamento: a Sassari insegna greco e latino in una scuola superiore. La sua grande passione, unita all’amore per i ragazzi, è però la scrittura: scrive testi teatrali e lavora a sceneggiature per televisione e cinema, lavora come editor, pubblica oltre cinquanta saggi e romanzi, diventando famosa in tutto il mondo.

 

Ma una cosa era certa: nella vita, per quanto Cupìdo si dia da fare per renderle romantiche, le cose dell’amore non succedono mai come nei libri o come nei film.

Le viene addirittura assegnata una laurea honoris causa in Scienze della Formazione dall’Università di Bologna, fino ad arrivare tra le finaliste per quello che viene considerato il Nobel della letteratura per l’infanzia, il Premio Hans Christian Andersen Award, senza contare i numerosi riconoscimenti ricevuti nel corso della sua attività.

Nel caso di Bianca c’è […] la possente rilevanza dell’ingrediente Balzac (…) Eccolo qui l’ingrediente Balzac che, a sua volta, è composto di altri ingredienti. […] Sono indispensabili: una ricchezza immensa di fatti inspiegabilmente assorbiti; uno sguardo avido; una sete da vampiro; talento da eccelso magazziniere connesso con un deposito-memoria stupendamente attrezzato per la conservazione. (Antonio Faeti)

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata