Samuel Beckett è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo irlandese, l’esponente più caratteristico del teatro dell’assurdo grazie all’opera “Aspettando Godot”.

 

Ho provato, ho fallito. Non importa, riproverò. Fallirò ancora. Fallirò meglio.

 

Beckett nasce a Dublino nel 1906; dopo i primi anni di studio, viene iscritto alla Earlsford House School e, successivamente, frequenta la Portora Royal School a Enniskillen (dove studiò anche Oscar Wilde). Studia poi al Trinity College di Dublino, laureandosi infine in Arte con ottimi risultati.

 

Tutte le arti si assomigliano: un tentativo per riempire gli spazi vuoti.

 

Inizia la carriera in qualità di insegnante presso il Campbell College a Belfast; in questo periodo viene a contatto con James Joyce, col quale collaborerà soprattutto per alcune traduzioni in lingua francese, lingua parlata perfettamente da Beckett. Il suo primo racconta si intitola “Assumption”, e viene pubblicato sulla rivista “Transition”.

 

La speranza è la disposizione infernale per eccellenza, contrariamente a ciò che si è potuto credere fino ad oggi.

 

Dopo un breve periodo come insegnante al Trinity College, abbandona il mondo accademico; la sua decisione viene commemorata dal poema “Gnome”.

 

Passi gli anni di studio sprecando

coraggio per gli anni di vagabondaggio

attraverso un mondo che educatamente si tiene alla larga

dalla volgarità di imparare.

 

Dopo aver viaggiato per l’Europa e aver avuto uno scontro con la madre, la quale non approva la sua carriera letteraria, Beckett scrive il suo primo romanzo, “Dream of Fair to Middling Women”, senza però riuscire a pubblicarlo; l’esperienza lo aiuta a completare la prima raccolta di racconti intitolata “Più pene che pane”. Il libro di poesie “Ossa d’eco” avrà grande successo e, intanto, lavora al romanzo “Murphy”.

Dopo l’ennesimo scontro con la madre, decide di trasferirsi in Francia, dove viene a contatto con molte personalità intellettuale e dove conosce Suzanne Dechevaux-Dumesnil, con la quale stringe un rapporto fortissimo. Si unisce anche alla Resistenza francese, collaborando come corriere; riceverà perfino una medaglia dal governo francese.

Durante un breve soggiorno a Dublino, Beckett racconta di aver avuto una rivelazione artistica, episodio che verrà narrato nell’opera “L’ultimo nastro di Krapp”.

 

Mi è chiaro infine che la tenebra che ho sempre cercato di soffocare è in realtà il mio più… prezioso alleato.

 

La sua opera teatrale più famosa è “Aspettando Godot”, rappresentata per la prima volta nel 1953 a Parigi; le opinioni furono abbastanza contrastanti e Beckett ottenne sia critiche positive che negative. Nel 1969 gli viene assegnato il Premio Nobel per la letteratura “per la sua scrittura, che – nelle nuove forme per il romanzo ed il dramma – nell’abbandono dell’uomo moderno acquista la sua altezza”.

 

Nasciamo tutti matti. Qualcuno lo rimane.

 

Malato di Parkinson ed enfisema, Beckett muore a Parigi nel 1989.

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