Mary Shelley, famosa per aver scritto “Frankenstein”, moglie del poeta romantico Percy Shelley e figlia di due filosofi, è stata un’importante saggista e scrittrice inglese.

Mary Wollstonecraft Godwin Shelley nasce a Londra nel 1797; a soli dieci giorni dal parto, la madre muore a causa di setticemia, e la bimba, con la sorellastra, viene cresciuta dal padre, William Godwin, il quale fornisce alle ragazze un’educazione completa e dà loro libero accesso alla biblioteca della casa. Nel frattempo, convincendosi di non poter badare da solo a due bambine, contrae le seconde nozze con Mary Jane Clairmont.

Qualche tempo dopo, Mary viene invitata a Baxter, in Scozia, da un amico del padre, probabilmente a causa dei suoi problemi di salute e per allontanarla dalle preoccupazioni finanziarie che affliggevano la famiglia; il periodo, ricordato poi nella prefazione di “Frankenstein”, è molto sereno e produttivo, qui infatti scrive moltissimo: “era sotto gli alberi del parco attorno alla nostra casa o sui pendii squallidi delle brulle montagne poco distanti, che le mie vere composizioni, i voli aerei della mia fantasia nascevano e crescevano.”

Al suo rientro dalla Scozia, Mary conosce uno degli allievi del padre, Percy Shelley, il quale, assieme alla moglie, era ospite consueto in casa Godwin. Percy Shelley, proveniente da una ricca famiglia aristocratica, poteva diventare la soluzione a tutti i problemi economici di William Godwin, ma il ragazzo non condivideva le idee familiari: egli voleva infatti utilizzare il proprio denaro per aiutare i bisognosi, così venne definitivamente allontanato da tutti i suoi beni e non poté venire in soccorso del suo maestro, il quale si sentì tradito dall’allievo.

È in questo periodo che Percy e Mary si innamorano: incontratisi segretamente presso la tomba di Mary Wollstonecraft, si giurarono amore reciproco; Godwin provò ad ostacolarli, così decisero di fuggire in Francia, portandosi anche al sorellastra di Mary, Claire Clairmont. Le ore di viaggio trascorrevano leggendo le grandi opere o scrivendo il loro diario.

Temo che ci resti poca felicità sulla terra; comunque tutta quella di cui forse un giorno godrò, è centrata su di te.

In questi mesi Mary rimase incinta e, dopo il parto, perse la bambina, sprofondando in una terribile depressione, dalla quale riuscì a riprendersi l’estate successiva. Nel frattempo le loro finanze si stabilizzarono e nel 1816 ebbero il secondo figlio, William. Qualche mese dopo decisero di trascorrere l’estate con il poeta Lord Byron, il quale iniziò una relazione con Claire, che rimase incinta.

Quell’estate fu molto proficui: il gruppo si divertiva a leggere e a raccontare storie, ed è proprio qui che Mary Shelley progetta quella che sarà la sua opera più importante, “Frankenstein”.

Mary Shelley

Mary Shelley

Vedevo, a occhi chiusi ma con una percezione mentale acuta, il pallido studioso di arti profane inginocchiato accanto alla “cosa” che aveva messo insieme. Vedevo l’orrenda sagoma di un uomo sdraiato, e poi, all’entrata in funzione di qualche potente macchinario, lo vedevo mostrare segni di vita e muoversi di un movimento impacciato, quasi vitale. Una cosa terrificante, perché terrificante sarebbe stato il risultato di un qualsiasi tentativo umano di imitare lo stupendo meccanismo del Creatore del mondo.

 

Due disgrazie però colpirono Percy e Mary: la sorellastra di quest’ultima si tolse la vita, seguita poi dall’ex moglie di Percy. Sopraffatto dai creditori e rischiando di venire imprigionato, Percy porta la famiglia in Italia, compresa Claire e la neonata Alba, che venne riconosciuta dal padre Byron. Mary si allontanò definitivamente da Percy quando i suoi due figli morirono (Clara a Venezia di dissenteria e William a Roma di malaria). Solo la nascita di Percy Florence a Firenze riuscì a farla riprendere.

Nel 1822 Percy muore durante un viaggio in barca a causa di un’improvvisa tempesta. Mary, da questo momento in poi, si dedicherà solo al figlio e alla scrittura, nonostante la situazione finanziaria non fosse delle migliori. Impegnata nella stesura dell’opera “L’ultimo uomo” e nell’attività di curatrice editoriale, lavorò su un’unica raccolta che comprendesse tutte le poesie del marito, pubblicate nel 1838 con il titolo “Poetical Works”.

Nulla contribuisce a tranquillizzare la mente quanto uno scopo preciso, un punto sul quale l’anima possa fissare il suo occhio.

Il figlio nel frattempo iniziò proficuamente i suoi studi, dapprima frequentando una scuola pubblica, secondo il volere del nonno Godwin, poi iscrivendosi al Trinity College di Cambridge, dove intraprese gli studi di legge e politica. Negli anni seguenti, Percy Florence si sposò con Jane Gibson, e Mary visse con loro, affezionandosi molto alla nuora.

I miei sogni furono solo miei; non ho mai dato la colpa a nessun per essi; sono stati il mio rifugio quando ero irritata – il mio piacere più caro quando ero libera.

Gli ultimi anni di vita furono debilitanti a causa della malattia che la colpì, impedendole addirittura di leggere e scrivere. Morì nel 1851, probabilmente a causa di un tumore al cervello, all’età di 54 anni.

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