Il difficile compito dell’editor è quello di dare al manoscritto che legge coerenza e armonia, chiedendo allo scrittore di ampliare, se necessario, alcune parti e, talvolta, tagliarne altre. E l’aspetto più arduo del lavoro è convincere l’autore che quella descrizione lunga 20 pagine proprio non si allinea con la trama scorrevole della storia, o che ripetere 10 volte lo stesso concetto in 5 pagine forse potrebbe risultare leggermente ridondante…

Ma quando effettivamente è necessario fare qualche taglio al manoscritto?

 

RIPETIZIONI

Spesso uno scrittore non si rende davvero conto di quante volte ribadisce lo stesso identico concetto mentre sta scrivendo. Quando il lettore l’ha letto la prima volta, poi lo ritrova e lo rilegge una seconda, alla terza comincia ad annoiarsi, alla quarta a sbuffare e alla quinta ha chiuso il libro.

Ripetere infinite volte le medesime cose, a meno che non sia giustificato da qualche motivo ben preciso, non è mai una buona tattica, soprattutto se si vuole “allungare il brodo”. Perché se fosse così… si taglia!

DESCRIZIONI INFINITE

Capita che uno scrittore cominci a dilungarsi su dettagli particolarmente insignificanti che forniscano una descrizione puntigliosa (e, per il lettore, infinita) di ciò che sta raccontando. Va bene creare l’ambiente e l’atmosfera, far immedesimare chi legge, dare una scena vivida del contesto. Ma quando si esagera, la lettura diventa pesante, lenta, faticosa. E si legge per piacere, non per sorbirsi la monotonia di una descrizione lunga e intricata. I dettagli sono a volte utili, ma bisogna sempre valutare se effettivamente contribuiscano a migliorare la storia. Altrimenti… si taglia!

FUORI TEMA

Avete presente quando la professoressa a scuola ci metteva 4 dicendo che si era andati fuori tema? L’editor agisce più o meno allo stesso modo, solo che, anziché mettere un voto basso, elimina il problema. Una digressione che non ha niente a che vedere con quanto si sta scrivendo non è (quasi) mai una buona idea. A meno che (vedi sopra) non ci sia un motivo ragionato per il quale avete deciso di inserirla. Se così non fosse… si taglia!

PERSONAGGI O EVENTI INUTILI

Può anche accadere che uno scrittore, preso da un eccesso di fantasia, decida di inserire nella storia un personaggio o una situazione che proprio non si armonizza col resto, risultando non solo inutile ai fini della trama, ma addirittura nocivo se si considera il ritmo complessivo del manoscritto. Appurato che si tratti di personaggi o eventi assolutamente privi di qualsiasi legame (importante o marginale) con il resto del romanzo… si taglia!

 

E, infine, ecco qualche spunto per difendersi dalle accuse di aver tagliato una parte fondamentale del lavoro:

 

1 – Non l’ho eliminato, ho solo ridistribuito il testo;

2 – L’ho fatto solo per porre meglio in risalto il paragrafo che segue/precede;

3 – Io non vedo nessun taglio, dev’esserci un problema nel file;

4 – l’eliminazione non è mia ma del direttore di collana, che a sua volta aveva chiesto un parere al direttore editoriale, che a sua volta s’era confrontato con l’amministratore delegato, che ne aveva parlato con il presidente…;

5 – L’ho tagliata? Davvero? Sul serio? Impossibile!

6 – Ho subito pensato di averla già letta da qualche parte. E infatti compare identica anche alle pagine 88, 126, 134, 167, 199 e 225;

7 – Perché non fai come Manzoni con la “Storia della colonna infame” e dedichi a questo concetto qualcosa di più di una lunga digressione? Potrebbe nascerne un nuovo romanzo a sé!

8 – Sii magnanimo coi tuoi lettori, regala loro la libertà di immaginarsi la scena come preferiscono. Elimina qualche dettaglio. Il lettore ha bisogno di sentire l’opera un po’ anche come propria;

9 – Dobbiamo stare nelle 150 pagine e non posso ridurre ulteriormente l’interlinea.”

 

 (tratte dal libro “E così vuoi lavorare nell’editoria” di Alessandra Selmi)

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